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Sagarana La Lavagna Del Sabato 23 Aprile 2011

LA TRIBŁ CHE NON SI LASCIA SCOPRIRE



In Paraguay rivolta contro una spedizione del museo di Londra: “Le loro malattie ci uccideranno”


Francesco Moscatelli


LA TRIBŁ CHE NON SI LASCIA SCOPRIRE



 

Francesca Casella è da oltre vent’anni la responsabile italiana di Survival, la charity internazionale che assiste le tribù isolate.
Quanti sono i popoli isolati nel mondo?
«È davvero impossibile sapere esattamente quanti siano ma sappiamo con certezza che esistono: lo provano alcuni incontri fortuiti e le tracce che lasciano dietro di sé: frecce, utensili e case abbandonate in fretta e furia. Il loro numero varia moltissimo: da un solo sopravvissuto fino a cento o duecento persone per gruppo, per un totale di circa cento popoli diversi. In Brasile sono state individuate almeno 40 tribù, 15 in Perù. In Asia li troviamo nelle Isole Andamane e in Nuova Guinea. Il resto vive tra Bolivia, Colombia, Ecuador e Paraguay. Ognuno di questi popoli è unico e le loro lingue, le loro culture e le loro visioni del mondo sono insostituibili».
Cosa sappiamo di loro?
«Molto poco se non che il loro isolamento è sempre frutto di una scelta obbligata, compiuta per sopravvivere alle invasioni. Spesso sono dei sopravvissuti, o discendono da sopravvissuti ad atrocità commesse in epoche precedenti; violenze che hanno lasciato segni indelebili nella loro memoria collettiva. Talvolta hanno, o hanno avuto, sporadici rapporti con i popoli indigeni più vicini ma, qualunque sia la loro storia personale, nella maggior parte dei casi, la loro fuga continua ancora oggi».
Chi li minaccia?
«Sono circondati su tutti i fronti, in ogni Paese del mondo. Le compagnie petrolifere e di disboscamento invadono i loro territori in cerca di risorse naturali; i coloni usurpano le loro terre e le convertono in allevamenti di bestiame e aziende agricole. Le strade aprono le porte a bracconieri, missionari fondamentalisti, epidemie e turisti. Le foreste da cui dipendono per il loro sostentamento vengono tagliate a ritmi vertiginosi; la selvaggina è sempre più scarsa. Anche se cercano di sopravvivere all’avanzata della civilizzazione rifugiandosi in luoghi sempre più remoti, mantenersi in salvo sta diventando ogni giorno più difficile».
Quali sono i problemi principali di queste popolazioni?
«Innanzitutto, il fatto di abitare in alcuni dei territori più ricchi di risorse rimasti al mondo, che molti sono determinati a sfruttare a qualsiasi costo. E poi i pregiudizi. A dispetto di quanti pensano che siano reliquie del passato, reperti archeologici destinati inevitabilmente all’assimilazione culturale ed economica, oppure all’estinzione, la storia dimostra che laddove le loro terre vengono riconosciute legalmente e protette in modo adeguato, il loro futuro è assicurato».
Uscire dall’isolamento potrebbe essere anche un’opportunità. Non crede?
«Decidere se e quando interagire con gli altri è una decisione che spetta solo a loro. Negare questo principio e imporre loro un malinteso progresso contro la loro volontà è sbagliato. A sancirlo è anche la Dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni, adottata delle Nazioni Unite nel 2007. I popoli incontattati vivono tutti in modo autosufficiente di ciò che la foresta dona loro. Le loro vite sono profondamente legate a quelle del loro ambiente e, per questo, la protezione delle loro terre e delle loro risorse è fondamentale per la loro sopravvivenza».




Tratto da La Stampa del 10 Novembre 2010





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