La Lavagna Del Sabato 22 Gennaio 2011 IO AVEVO UNA MOGLIE (semi-monologo tratto dal film “12” , del 2008) Nikita Mikailkhov
Mosca, ai giorni nostri, inverno. Una giuria popolare è riunita per emettere il verdetto relativo a un caso di omicidio, in cui il principale - e unico – indiziato è un giovane ceceno, parente della vittima, la cui vita è stata sconvolta dalla guerra. Quando l’esito della discussione appare già scontato, uno dei giurati vi si oppone a sorpresa. Da quel punto in poi, le storie personali si intrecciano con il vissuto del giovane indiziato.
- Io avevo una moglie...
- Senta, parliamo dopo di mogli. Ne ho avute tre, io...
- Avevo una moglie e l’amavo molto, poi...
- Lei le ha pestato un piede e così l’ha ammazzata!
- La prego, amavo mia moglie. A Chestanovo stavamo in un monolocale senza mobili, addirittura mangiavamo per terra: non avevamo neanche un tavolo. Io ero un giovanissimo ricercatore all’istituto di fisica applicata e lavoravo a uno dei miei esperimenti. Mia moglie, quindi, era costretta a fare tre lavori insieme per riuscire a tirare avanti.
In breve, io ho inventato un nuovissimo diodo tunnel, è un po’ difficile da spiegare. L’istituto si è congratulato e mi ha dato un premio di cinquanta rubli e poi mi ha proposto un altro esperimento. Avevo portato a casa il risultato di tre anni di lavoro: cinquanta rubli... Mia moglie non ha detto niente: mi ha guardato come si guarda un... (respira profondo e cammina)
Poi, una grossa ditta straniera mi ha offerto un’ingente somma per il mio brevetto; io, però, ho rifiutato. No! Volevo che venisse usato qui da noi, che restasse nel Paese. Allora l’ho proposto altrove e tutti mi dicevano: “Che meraviglia!”, “Ma è favoloso!”, però non serviva a nessuno, a nessuno.
Ho cominciato a bere, a bere esageratamente, e ho perso il mio lavoro: mia moglie se n’è andata, nulla contava più per me, a parte il bere: mattina, pomeriggio e sera. Dalla mattina alla sera ero sempre ubriaco, era terribile...
Un giorno ho capito che stavo per morire, e questo pensiero mi faceva sentire felice, non mi spaventava affatto: volevo che succedesse molto presto. Così ho cercato la morte, è la verità: ho cominciato a cercare la morte! Litigavo con la polizia, molestavo la gente, i miei vicini! Mi picchiavano, mi ferivano... Io dormivo nei portoni, ed ero sempre negli ospedali perché mi picchiavano a sangue. Niente: continuavo a vivere.
A casa, come un cane randagio, mi leccavo le ferite, ma poi continuavo a vivere. Però avevo paura di buttarmi sotto a un treno, dalla finestra, non so, ma di questo avevo...paura.
Un giorno ero su un treno, completamente ubriaco, ero sporco, puzzavo; il treno era pieno e ho cominciato a dare fastidio a tutti. Urlavo, bestemmiavo, e – sapete? – guardavo me stesso ed ero soddisfatto del mio stato di degrado: so-ddi-sfa-tto! Soltanto una cosa desideravo davvero: che qualcuno, esasperato, mi afferrasse e mi buttasse giù dal treno in corsa. Volevo che il mio cervello si spappolasse sui binari.
No, nessuno fiatava. Giravano lo sguardo e rimanevano in silenzio. A parte una donna, che era con una bambina di cinque anni. Ho sentito la bambina dire: “Mamma, quel signore è pazzo: ho paura” e quella donna risponderle: “No, non è un pazzo, (pausa) sta solo tanto male”.
Ho venduto la mia invenzione a una ditta straniera, oggi è utilizzata praticamente per quasi tutti i cellulari; ora sono socio della ditta, ma questo non conta.
Quella donna è diventata mia moglie, la bambina mia figlia...e abbiamo un altro figlio, di quattro anni. (sospira)
- È tutto?
(Pausa prolungata)
- No, non è tutto. (pausa) Probabilmente quel ragazzo deve morire in prigione, forse sarà quello il suo destino finale. Io dovevo morire solo, in mezzo ai rifiuti, ma non sono morto; perché una sola persona, una sola, è stata meno superficiale di tutte le altre e non mi ha lasciato morire nel degrado e nella solitudine. (pausa) Ora è tutto. Nikita Sergeevič Michalkov (Mosca, 21 ottobre 1945) è un regista, attore e sceneggiatore russo. home |