La Lavagna Del Sabato 11 Settembre 2010 I PIRATI DEL LIBRO: SE LE BIBLIOTECHE SI SCARICANO GRATIS DAL WEB Alessio Balbi
ROMA - Qualcuno li immagina come i monaci che nel medioevo copiarono a mano gli autori latini e greci salvando dalla scomparsa la cultura classica. Altri li vedono solo come parassiti che lucrano sul lavoro altrui. C'è chi li vede come gli eroi della diffusione libera della cultura, avanguardie di un'era in cui il sapere sarà di tutti. E chi invece li ritiene dei "ladri" che rischiano di danneggiare in maniera irreparabile l'editoria, togliendo risorse agli autori e qualità ai lettori. Sono i pirati del libro, drappello esiguo ma in costante crescita di utenti internet che, invece di musica, film o videogiochi, si scambiano narrativa, gialli o manuali.
La pirateria associata ai libri è un fenomeno relativamente recente e tutto sommato ancora marginale. Ma la nascita di dispositivi che agevolano la lettura su monitor, rendendola in qualche modo paragonabile a quella delle pagine stampate, crea terreno fertile per i pirati proprio mentre spinge in alto le vendite di libri elettronici. Secondo gli ultimi dati, il mercato dei cosiddetti e-book è cresciuto in un anno, negli Stati Uniti, del 228 per cento. Si tratta del 2% delle quote del fatturato, ma molti dei titoli, 52mila, sono già disponibili nei siti di scambio (quattro sono i principali). E se fino a pochi mesi fa, gli utenti si mostravano scettici rispetto alla possibilità di leggere un libro sullo schermo del pc, ora, da quando sul mercato si sono affacciati lettori digitali sempre più simili ai libri per peso, leggibilità e formato, la situazione è cambiata. Amazon ha lanciato Kindle, un dispositivo portatile che vuole essere l'iPod della letteratura. Il mercato si è presto riempito di concorrenti: Stanza, un'applicazione che permette di leggere e-book sull'iPhone, è stata scaricata due milioni di volte. E altri attori di peso si preparano a entrare in competizione. Ma proprio mentre si apre la prospettiva di un nuovo mercato, gli editori affrontano un incubo: la "napsterizzazione dei libri", come l'ha definita il New York Times in un recente articolo. Negli anni Novanta, Napster fu il primo software per lo scambio di massa di musica digitale, progenitore di una lunga serie di servizi che, nonostante le battaglie legali lanciate (e spesso vinte) dalle case discografiche, hanno reso facilissimo ottenere tutta la musica del mondo gratuitamente. L'industria del disco non ha saputo reagire, se non tardivamente, alla sfida lanciata degli mp3, con perdite pesantissime. Gli editori di libri, che operano in un mercato non altrettanto prospero, temono di fare una fine anche peggiore. L'ultimo libro di Dan Brown, "The Lost Symbol", a meno di un mese della pubblicazione è già disponibile in 166 versioni sui siti per lo scambio illegale di file. "Ci sono artisti che accettano di diffondere gratuitamente online le proprie canzoni perché questo è un formidabile traino pubblicitario per i loro concerti", spiega Fernando Folini, responsabile della Commissione Editoria Digitale dell'Associazione Editori (Aie). "Ma per i libri il paragone non funziona, i modelli sono diversi".
Certo, per i lettori la digitalizzazione apre prospettive allettanti. Da alcuni anni Google offre un servizio per cercare testi e citazioni all'interno di milioni di libri con la stessa facilità con cui si cerca una parola su internet, una risorsa inestimabile per studenti e ricercatori. Il digitale è indicato anche come risposta al problema del caro libri, con i manuali di scuola gratuitamente consultabili online. In generale, la rete potrebbe diventare la "biblioteca totale", dove trovare qualunque volume, anche quelli antichissimi o fuori catalogo. "La digitalizzazione è un'opportunità, ma i consumatori devono sapere che tutto questo non può non avere un giusto prezzo", chiosa Folini. "L'alternativa è un mercato senza spessore culturale, invaso solo da titoli alla moda e usa e getta". home |