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Sagarana La Lavagna Del Sabato 15 giugno 2013

FIRENZE – FLORIANOPOLIS



Giovanni Avogadri


FIRENZE – FLORIANOPOLIS



 

All’inizio il Brasile erano i racconti, le parole, la musica della lingua del mio amico Heleno Oliveira, un poeta migrante che ha avuto il compito di farci vedere Firenze con gli occhi del sud del mondo, uno sguardo inedito e straniante che è stato per me un ri-orientamento culturale ed esistenziale che, chissà, mi ha preparato ad una scoperta “non esotica” dell’altro.
Poi è arrivato il momento dell’incontro reale, anzitutto attraverso alcuni amici di Porto Alegre, tra i quali Armindo Trevisan, poeta raffinatissimo che mi hanno fatto entrare in quel Rio Grande do Sul che tutti si onoravano di presentarmi come “lo stato più europeo”.
Ma il luogo nel quale ho deciso di vivere per sei mesi è stata la periferia della capitale di Santa Catarina, Florianopolis. Tutti la conoscono come la città del surf, la “città isola” dalle spiagge bianchissime, verdissima di mata atlantica. Il centro della città, portoghese e azzorriano, abitato da una popolazione per l’80% di origine europea, è circondato e sovrastato dalle periferie, dai morros nei quali la percentuale si rovescia a favore dei neri. Ho vissuto nel morro de Montserrat – o Morro da Caixa – nel quale dalla fine dell’800 erano stati mandati a vivere ex schiavi, pescatori, operai e lavandaie. Un quartiere nero, in buona parte “città informale”, “favela”, dove la cultura afrobrasiliana non solo è presente ma è stata consapevolmente riscattata dalle donne della comunità, che hanno costituito un centro culturale intitolato a Escrava Anastacia, personaggio della religione afrobrasiliana che incarna la resistenza e la dignità femminile di una regina fatta schiava che non volle sottostare al proprio padrone bianco. Ho vissuto nel cuore del quartiere, nella casa di P. Vilson Groh, il sacerdote che anima il centro e altre comunità ecclesiali di base della città. Adesso la sfida è il lavoro che si fa con i giovani, per costruire alternative di vita e lavoro al narcotraffico. Come a Scampia, come Scandicci o le Piagge. Qui è stato possibile “materializzare la speranza” e articolarla in azioni sociali e politiche, perché si sono ritrovate le radici africane nei culti afrobrasiliani, nei riti e nella vita di strada, nella vita condivisa, nel Vangelo letto e vissuto nel quotidiano. Tutto questo sta producendo il riscatto del corpo e della dignità di una cultura vigente, che continua a nutrire di vita e di speranza le persone.




Giovanni Avogadri


Giovanni Avogadri è nato a Livorno il 21 aprile del 1963. Vive a lavora a Firenze, dove insegna letteratura italiana e storia nella scuola superiore. Insegna da quando aveva 19 anni e da adolescente inizia ad interessarsi di poesia, sia come evento performativo che sul piano delle scrittura e su quello critico. Ha costituito a Firenze presso il centro G. La Pira l'Associazione Oliveira, che raccoglie e valorizza il lavoro e il "magistero errante" del poeta brasiliano Heleno Oliveira, del quale ha curato assieme ad Andrea Sirotti varie pubblicazioni, godendo del dono dell' amicizia e del dialogo poetico con Sophia de Mello Breyner Andresen, Luciana Stegagno Picchio, Armindo Trevisan. Ha pubblicato saggi critici e poesie, tiene abitualmente attività didattiche e performative sulla poesia italiana e latinoamericana.





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