La Lavagna Del Sabato 03 Novembre 2012 OBAMA SU UNA SALITA SENZA FINE Dan Fante
· Sabato - Appelli commoventi
Ci troviamo alla vigilia di quella che potrebbe essere l'elezione presidenziale più importante degli ultimi cinquant'anni. La posta in gioco è considerevole. Tutto il giorno, in televisione siamo sommersi dalle facce dei candidati e inondati da frasette e appelli commoventi. È un po' come mangiare un Big Mac cinque volte al giorno per tre mesi. Mitt Romney rappresenta il potere degli affari negli Stati Uniti. È ricco, elegante e ha passato la vita a fare anticamera in attesa di funzioni sempre più elevate. A quanto pare, e lo prova la sua silhouette snella, Mitt Romney non ama il cibo spazzatura, ma, per ogni voto, darà un bacio a un bambino d'America e adatterà la sua musichetta politica pur di poter suonare con più di un'orchestra. Barack Obama ha l'aria di essersi sottoposto a un regime iperproteico per quattro anni. Sembra stanco, estenuato. I suoi capelli sono ogni giorno un po' più grigi e la faccenda si complica mentre noi ce ne stiamo davanti allo schermo a spalmare ketchup sulle patate fritte.
· Domenica - Regali e raccomandazioni
Ho sentito il regista ultraliberale [in senso americano, ndr] nonché commentatore politico Michael Moore pronosticare che il governo Romney vincerà le presidenziali grazie all'apatia generalizzata. Secondo Moore, quelli che hanno votato Obama quattro anni fa, oggi sono abbattuti e amorfi a causa del pessimismo diffuso, mentre l'attivismo conservatore di destra, bianco quasi al 100%, è pronto – con tanto di armi alla mano – ad arraffare e divorare l'avvenire politico dell'America. Moore potrebbe aver ragione. Il presidente Obama ha ricevuto ben poco sostegno, per non dire alcuno, da parte dei senatori e dei deputati con i quali era costretto a venire a patti per poter governare. Più che in qualsiasi altro periodo della storia americana, questo gruppo di rappresentanti eletti si è lasciato influenzare da regali, corruzione e raccomandazioni. I loro voti sono stati condizionati dagli interessi finanziari e imprenditoriali che hanno ben poco a che vedere con l'interesse del paese. Così Obama, al pari di Sisifo, faceva rotolare il suo masso verso la cima di una salita senza fine.
· Lunedì - Sangue in prima pagina
Quest'anno, in occasione dell'elezione presidenziale, gli elettori americani sembrano motivati più dalla depressione che dalle notizie che ricevono. A mio avviso, la questione principale con cui i miei compatrioti si trovano confrontati non è la stabilità finanziaria ma l'ignoranza. La gente non legge più né giornali né libri, alcuni pensano che il partito che ha più fondi a disposizione per gli spot televisivi probabilmente vincerà le elezioni. E sono i Repubblicani, beneficiari dei milioni provenienti dai gruppi di pressione, che saturano le principali reti televisive man mano che il giorno dello scrutinio si avvicina. Mai come ora, i canali d'informazione delle televisioni locali aderiscono al cliché di base: il sangue in prima pagina. In modo tale che la vasta classe media non sappia niente sulle questioni essenziali, visto che gli stupri, i furti e i sequestri di droga rappresentano, per trecento milioni di persone, l'attualità. Con l'avvicinarsi del giorno del voto, la frase di Alexis de Tocqueville assume una particolare risonanza: "Ogni nazione ha il governo che si merita."
· Martedì - Accesso alle cure sanitarie
Qual'è allora la posta in gioco della presidenziale 2012? Per quale motivo questa elezione è più importante per gli Americani rispetto a quelle del nostro recente passato? Le statistiche che indicano che il 10% dei cittadini americani non dispone di alcun sistema sanitario sono sbalorditive. Se Obama non sarà rieletto, circa trenta milioni di Americani continueranno a non avere accesso alle cure. È di dominio pubblico che gli Stati Uniti sono il solo paese industrializzato che non offre un servizio sanitario ai suoi cittadini. Da noi, il trasporto in ambulanza fino all'ospedale costa circa 1000 dollari (775 euro). Il governatore Romney non ha una soluzione pratica a questo problema e, se sarà eletto, non cambierà nulla.
· Mercoledì - Truffa impunita
L'America è seriamente indebitata. Per via della crisi del 2008, ventidue milioni di proprietari hanno perso la loro casa. Le banche e le case di brokeraggio di Wall Street hanno estorto miliardi di dollari agli Americani e al tempo stesso versavano ai loro quadri superiori svariati milioni di bonus annuale. Con l'obiettivo di stabilizzare l'economia, Obama ha salvato queste istituzioni per evitare una crisi finanziaria su scala nazionale. La cosa strana è che nessuno sia ancora stato riconosciuto colpevole di frode sebbene l'imbroglio e la truffa fossero quasi quotidianamente sulla prima pagina dei giornali. Più che mai, negli Stati Uniti il patrimonio è in mano ai ricchi. Sempre per stabilizzare l'economia, il presidente Obama ha proposto di aumentare le tasse ai più fortunati. Si è urtato all'opposizione feroce del suo avversario, Mitt Romney, il cui progetto di equilibrare il budget americano è in gran parte impenetrabile; invece aumenterebbe di un terzo il budget militare, facendo sprofondare ancora di più la nostra economia nel debito. C'è però una buona notizia: quando Romney sarà eletto, i ricchi resteranno ricchi.
· Giovedì - Tra Israele e Iran
Obama ha messo fine al conflitto militare più lungo della storia americana e gli si deve la morte di Osama Bin Laden. A dispetto di questa performance, ci sono stati più reduci americani suicidatisi negli ultimi dieci anni che soldati morti durante gli interminabili conflitti in Medio Oriente. L'establishment militare e politico continua a sostenere e a difendere Israele, paese in cui quasi il 50% dei cittadini – troppo attivisti – ha l'impressione che criticare pubblicamente il governo sia un crimine passibile di prigione. Gli Israeliani sfidano e assillano il presidente Obama in vista di una guerra totale contro l'Iran anche se l'ex-direttore del Mossad, Meir Dagan, ha dichiarato in pubblico che l'Iran non rappresentava una minaccia militare significativa. Mentre Obama ha elaborato con cura un piano d'uscita dalla regione e cerca di mantenere un equilibrio delicato, Romney, qualora nuovo presidente, sarebbe del tutto favorevole alle discussioni sull'opportunità di un conflitto in piena regola.
· Venerdì - Puzza di odio razziale
Dopo aver partecipato ai dibattiti televisivi per l'elezione presidenziale, il candidato Mitt Romney, che ha tutte le chances per diventare il prossimo presidente americano, viaggia attraverso gli Stati Uniti insieme a Jerome Corsi. Corsi, diplomato a Harvard e militante del Tea Party, di recente ha accusato Obama di essere omosessuale. Corsi è anche quello che, ormai da tempo, semina il dubbio sull'atto di nascita del presidente e sulla sua nazionalità americana. C'è un odore stantio di odio razziale in America, e questo sembra essere alla base dell'ostilità di Corsi nei confronti di Obama che, durante il suo mandato, ha sostenuto i diritti delle minoranze, il matrimonio gay e il diritto delle donne all'aborto. Romney e Corsi si sono opposti alla sentenza Roe contro Wade, emessa dalla Corte suprema degli Stati Uniti, che riconosce alle donne il diritto costituzionale all'aborto. Da anni, Planned Parenthood (la pianificazione familiare) mette a disposizione di migliaia di donne mezzi contraccettivi e mammografie. L'elezione di Romney segnerebbe la fine della pianificazione familiare. Sapremo tra qualche giorno chi dirigerà il paese. Apparso su Le Mag, supplemento del quotidiano francese "Libération" (27 – 28 ottobre 2012- Tradotto dal Francese da Gabriella Montanari. Dan (Daniel Smart) Fante nasce il 19 febbraio 1942 - all'ospedale Saint Vincent di Los Angeles. Secondogenito di John Fante (scrittore-"Chiedi alla polvere") e Joyce Smart (poetessa). Intorno ai 20 anni abbandona gli studi e la città di Los Angeles per andare a New York dove vive dodici anni facendo i mestieri più strani, dal tassista al commesso, dal venditore di aspirapolveri al muratore, dall'investigatore privato al guardiano di notte. Nel 1983 muore il padre; nel 1986, dopo anni di alcolismo, guai con la giustizia, divorzi e tentativi di suicidio ha definitivamente smesso di bere. Nel 1996 viene pubblicato in Francia il suo primo romanzo "Chump Change" che apparirà in seguito anche negli Stati Uniti. Nel 1999, alla sua prima visita in Italia (invitato dal Festival delle Letterature di Mantova) ha subito voluto vedere il paese da cui partì il nonno Nicola (Nick) nel 1901, Torricella Peligna (Abruzzo). Vive a Los Angeles con la moglie Ayrin e il figlio Michelangelo Giovanni. È autore di romanzi - Angeli a pezzi (1999), Agganci (2000), Spitting off tall buildings (2002), Buttarsi (2009), Fante, a memoir (2011) – racconti – Short Dog: Cab Driver Stories from the L.A. Streets (2002) – poesie A Gin Pissing Raw Meat Dual Carburator V8 Son Of A Bitch From Los Angeles (2002), Kissed by a fat Waitress (2008), e commedie The Closer-AKA Boiler Room (1997/98), Don Giovanni (2006). home |