La Lavagna Del Sabato 20 Ottobre 2012 LA PERDITA DEL DATO PER SCONTATO Brano tratto dal saggio Lo smarrimento dell’uomo moderno Peter L. Berger e Thomas Luckmann
Se comunità di vita e comunità di senso coincidono effettivamente nella misura richiesta dalle aspettative sociali, allora la vita sociale e l'esistenza del singolo scorrono secondo abitudini, in maniera quasi scontata. Questo non significa che il singolo non abbia alcun problema nel corso della vita e sia contento del suo destino. Tuttavia egli «sa» in ogni momento come è fatto il mondo, come deve comportarsi in esso, che cosa può sperare e, infine, chi egli è. Così, ad esempio, il ruolo di uno schiavo, com'è intuibile, non è mai stato piacevole. Tuttavia, per quanto spiacevole possa essere stato, il singolo individuo che si trovava in questo ruolo viveva in un mondo ben strutturato e chiaramente determinabile, rispetto al quale egli poteva orientare il suo comportamento, le sue aspettative e la sua identità con qualche certezza.
Non era costretto a ridefinire ogni giorno gli aspetti significativi della sua esistenza. Lo schiavo condivideva questa definizione univoca dell'esistenza nel mondo con il suo padrone, anche se quest'ultimo, nella condizione di vita per lui fissata, si sentiva senza alcun dubbio meglio dello schiavo. Né lo schiavo né lo schiavista erano, come avrebbe detto Sartre, «condannati alla libertà» (la possibilità che lo schiavo si ribellasse o lo schiavista lo liberasse per farsi monaco non ci deve qui interessare – casi di questo tipo erano infatti assolutamente rari).
Il pluralismo moderno scalza questo «sapere» dato per scontato. Mondo, società, vita e identità vengono problematizzati in modo sempre più acuto. Diventano oggetto di molteplici interpretazioni, e ogni interpretazione è connessa a specifiche prospettive di azione. Nessuna interpretazione, nessuna prospettiva può più essere assunta come la sola valida e senza dubbio giusta. Per questo, non di rado, il singolo individuo si trova a chiedersi se condurre la propria vita in modi assolutamente diversi rispetto a quanto finora fatto. Da una parte ciò viene sperimentato come una grande liberazione, come apertura verso nuovi orizzonti e possibilità di vita, che conducono fuori dall'angustia del vecchio e indiscusso modo di vivere. In pari tempo questo stesso processo viene sperimentato (spesso addirittura dallo stesso individuo) come un aggravio – come una pressione a ricercare continuamente un senso a ciò che nella realtà si presenta come nuovo e non familiare. Vi sono persone che sopportano tale pressione e altre che sembrano addirittura sentirsi bene in questa situazione. Potremmo definire questi ultimi come i virtuosi del pluralismo. Ma la maggior parte delle persone si sente insicura e disorientata in un mondo complesso pieno di possibili interpretazioni, alcune delle quali sono collegate anche a differenti possibilità di vita. (…) Brano tratto dal saggio Lo smarrimento dell’uomo moderno, Il mulino edizioni, Bologna, 2010. home |