Torna alla homepage

Sagarana CHIAVE DI PIOGGIA


Guia Risari


CHIAVE DI PIOGGIA



 

Ecco quel che ho appreso in queste valli dove affondano i tramonti: alla fin fine, tutto è luce ed è negli altri che ci si accende.

Mia Couto, Un fiume chiamato tempo, una casa chiamata terra

 
 
 

In quel villaggio di paglia e di fango, attraversato da muretti in pietra e strade che s’incrociavano in curve imprevedibili, ogni uomo, donna, bambino aveva le sue passioni, tutti, nessuno escluso. E João amava la pioggia.

Era nato in un giorno di temporali e il battere ritmico delle gocce sulla terra dura aveva scandito i suoi primi sospiri. La pioggia gli portava particelle di cielo e vapori di terre mai viste e lui l’ascoltava attento, quasi decifrasse un suono che solo lui sentiva.

Quando gli altri si rintanavano in casa o si proteggevano con foglie di banano o vecchi giornali, lui usciva e rivolgeva gli occhi al cielo. “Grazie” mormorava e si metteva a vagare in cerca delle gocce più sonore.

Era un suonatore di pioggia. Componeva sul momento, dopo un pomeriggio di rovesci, selezionando accuratamente le nuvole più musicali, orecchiando la sonorità dell’acqua in mare, contro le foglie, sui tetti, sui sassi. Poi disegnava in cielo con l’indice teso e sicuro come un’antenna un ghirigoro e dirigeva un concerto per sola pioggia. A seconda dell’umore, ma anche della giornata, poteva essere un adagio piovoso, un acquazzone allegretto o un moderato tempestoso.

Nel villaggio lo ascoltavano con orecchie pazienti e, dopo ogni concerto, applaudivano frenetici e con i cucchiaini contro i bicchieri chiedevano il bis. João scrutava il cielo. Non sempre era possibile.

João era benvoluto da tutti, specialmente dai contadini e anche dai pescatori che sostenevano che la pioggia attirasse i pesci allo scoperto, ma era sempre solo. Si diceva che anche la sua anima fosse fatta di pioggia, come lei, piena di aria e inesauribile. Passava, insomma, ma non si posava.

Un giorno di pioggia fredda e pesante, João stava per iniziare il suo concerto – un andante umido – quando vide apparire da un cespuglio una chioma bagnata. Era donna Matilda. Vestita con un semplice pareo, Matilda gli sorrideva. Non sembrava infastidita dalla pioggia che l’aveva infradiciata tutta.

Matilda si avvicinò fino alla riva del mare, dove João aveva disegnato la sua chiave di pioggia e si sedette sulla sabbia umida.

João cominciò il concerto che passò in rassegna tutti i tempi contenuti nella pioggia: moderato liquido, vivace fradicio, larghetto allagato per terminare in un crescendo vivacissimo con scroscio.

Quando João ebbe finito di comandare musica alle goccia di pioggia, intorno a lui era tutto pozzanghere e fango. Siccome era pieno inverno e faceva freddo, João rabbrividì e guardò con curiosità donna Matilda che se ne stava accoccolata sulla sabbia, coperta da un pareo zuppo.

Matilda sorrise e aprì la bocca, come per ispirare una sorsata di quell’aria ancora umida. Dalle sue labbra, poi, uscì un soffio sottile che disegnò un arabesco. Era un vento tiepido e profumato che trasformò l’acqua in vapore e restituì alla terra la sua consistenza di pane. Il suo pareo fu immediatamente asciutto e così gli abiti gocciolanti di João.

Da quel giorno, i due furono sempre visti insieme. Lui suonava la pioggia coll’indice, lei asciugava la terra con un soffio.

E quell’isola, l’isola sulla quale vivevano e vissero ancora per lunghi anni, fu la più felice della terra.





Guia Risari

Guia Risari scrittrice, studiosa e formatrice, è laureata in Filosofia Morale all’Università Statale di Milano, e dopo un M.A. in Modern Jewish Studies a Leeds, si è interessata alla letteratura comparata delle migrazioni in Francia. Ha pubblicato saggi di storia, filosofia e letteratura concentrazionaria, tra cui "The Document Within the Walls. The Romance of Bassani" sul fascismo e il mito del buon italiano e "Jean Améry. Il risentimento come morale", vincitore di numerosi premi. Ha tradotto autori come Rawicz, Condé, La Fontaine, Monénembo, Benacquista, Trudel e curato romanzi, poesia, cinema, intercultura. Pubblica articoli, testi surrealisti, teatrali e per la radio, libri per bambini, poesia e narrativa. "La pietra e il bambino" è portato in scena da Teatro Gioco Vita in Italia e Francia. "Il taccuino di Simone Weil" (rueBallu 2014) è un romanzo illustrato. Interviene con laboratori di scrittura, letture, corsi di formazione e conferenze. www.guiarisari.com





    Torna alla homepage copertina I Saggi La Narrativa La Poesia Vento Nuovo Nuovi Libri