LA LINGUA DI MIA MADRE Brano tratto dal romanzo L’amore molesto Elena Ferrante (…) Così fui dimenticata per strada. La folla dei parenti si era ritratta verso le periferie da cui era venuta. Mia madre era stata sotterrata da becchini maleducati in fondo a un interrato maleodorante di ceri e di fiori marci. Io avevo mal di reni e crampi al ventre. Mi decisi a malincuore: strisciai lungo la parete rovente dell'Orto Botanico fino a piazza Cavour, in un'aria resa più pesante dai gas delle automobili e dal ronzio di suoni dialettali che decifravo malvolentieri. Era la lingua di mia madre, che avevo cercato inutilmente di dimenticare insieme a tante altre cose sue. Quando ci vedevamo a casa mia, o venivo io a Napoli per visite rapidissime di mezza giornata, lei si sforzava di usare uno stentato italiano, io scivolavo con fastidio, solo per aiutarla, nel dialetto. Non un dialetto gioioso o nostalgico: un dialetto senza naturalezza, usato con imperizia, pronunciato stentatamente come una lingua straniera mal nota. Nei suoni che articolavo a disagio, c'era l'eco delle liti violente tra Amalia e mio padre, tra mio padre e i parenti di lei, tra lei e i parenti di mio padre. Diventavo insofferente. Presto ritornavo al mio italiano e lei si accomodava nel suo dialetto. Adesso che era morta e che avrei potuto cancellarlo per sempre insieme alla memoria che veicolava, sentirmelo nelle orecchie mi causava ansia. (…) Brano tratto dal romanzo L’amore molesto, e/o editrice, Roma, 1996. Elena Ferrante è vissuta a lungo a Napoli e poi in Grecia. L’amore molesto ha ricevuto vari premi ed è stato tradotto in molti paesi. Ha pubblicato anche I giorni dell’abbandono e La frantumaglia.
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