DAMMI UNA MENZOGNA ENORME Luis Benítez Dammi una menzogna enorme che faccia tremare i polsi dell'età col suo passo solenne e significativo, che scacci da me gli uccelli neri e i vermi che raccolgo senza propormelo sulla darsena della paura e faccia di tutto per farmi credere che l'uomo possa uscire da se stesso, essere tutt’uno con la donna e amarla senza distruggersi. Qualcosa che duri un momento e venga dalle tue labbra, perché mi nasconda e gli altezzosi e gli sciocchi non mi vedano. Dietro quei fragili scenari vivrà felice e piccolo, lontano dal tedio e dagli occhi che scrutano nella notte. Senza paura del silenzio e delle belve, non appena la menzogna fosse pronunciata, come per un incanto fugace correrebbero i talloni della sventura e né essa, né la miseria, pescherebbero più niente nei miei sensi intorpiditi L'angoscia dell'uomo arderebbe come strega-fenice e questi occhi e queste povere mani che pregano senza arrivare alla coda di Dio nelle altezze, scaglierebbero a terra, distrutto, il vecchio cuore dell'amarezza, contenti nella loro nuova maschera. Dammi una menzogna enorme che faccia girare al contrario il tempo negli orologi e cullami in essa, fino a che sulle mie labbra appaia il gelido sorriso dell'idiota.
(Da poemas de la tierra y la memoria,1980)
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In lingua originale:
DAME UNA MENTIRA ENORME
Luis Benitez
Dame una mentira enorme que haga temblar los pulsos de la edad Con su pisada grave e significativa, que espante de mí los pájaros negros y los gusanos que cosecho sin proponérmelo en la dársena del miedo y se las arregle para hacerme creer que el hombre puede salir de sí, ser uno con la mujer y amarla sin destruirse. Algo que dure un momento y venga de tus labios, Para que yo me esconda y los altivos y los necios no me vean. Detrás de esos frágiles decorados vivirá feliz e pequeñito, Lejos del tédio y de los ojos que escrutan en la noche. Sin miedo al silêncio y a las fieras, Luego que la mentira fuese pronunciada, Como por un hechizo efimero correrían los talones del infortunioù Y ni él, ni la miséria, percarían ya nada en mis sentidos embotados. La angústia del hombre ardería como bruja-fénix Y estos ojos y estas pobres manos que rezan sin llegar Al rabo de Dios en las alturas, arrojarían al suelo, Deshecho, el viejo corazón de la amargura, Contentos en su careta nueva. Dame una mentira enorme, que haga girar al revés el tiempo en los relojes y arrúllame en ella, hasta que en mis lábios aparezca la helada sonrisa del idiota.
Poesia tratta dall’Antologia della “Poesia Argentina Contemporanea”, a cura di Silvia Beatriz Amarante e Emilio Coco, Sentieri Meridiani Edizioni, Foggia, 2007. Luis Benítez č nato a Buenos Aires, nel 1935. Ha ottenuto numerosi premi nazionali ed esteri. Č col!aboratore permanente della rivista Proa.
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