BIANCHI, GIALLI E BRUNI Brano tratto dal romanzo Acque morte W. Somerset Maugham (…) Saunders aveva per i suoi simili un interesse né puramente scientifico né puramente umano. Li considerava una fonte di svago; li guardava spassionatamente, e dipanare i grovigli individuali gli dava un piacere non diverso da quello del matematico nel risolvere un problema. Delle cognizioni che si procurava non faceva alcun uso; la soddisfazione che ne traeva era di natura estetica, e se conoscere e giudicare gli uomini gli dava un senso sottile di superiorità, egli non ne era consapevole. Aveva pochi pregiudizi, meno della maggior parte degli uomini. Disapprovare non era nella sua indole. Molti sono indulgenti riguardo ai vizi che praticano, e intolleranti verso quelli a cui non sono inclini; alcuni, di più larga veduta, li accettano tutti con generica tolleranza, spesso, peraltro, più teorica che reale; ma pochi riescono a sopportare senza disgusto comportamenti diversi dai loro. Di rado ci si scandalizza perché qualcuno ha sedotto la moglie altrui, e magari (se non sei la vittima) si resta equanimi sapendo che il tizio ha barato alle carte o falsificato un assegno; ma è difficile stringersi d’intima amicizia con chi ha una cattiva pronuncia, e quasi impossibile con chi raccoglie il sugo col coltello. Il dottor Saunders a queste cose era poco sensibile. Il malcomportamento a tavola non lo turbava, come non lo turbava un’ulcera purulenta. Diritto e torto per lui non contavano più del buono e del cattivo tempo. Li prendeva come venivano. Giudicava ma non condannava. Rideva. Con lui era facile andare d’accordo. Era molto benvoluto; ma non aveva amici. Era un compagno gradevole ma non cercava né dava confidenza. Non c’era persona al mondo che non gli fosse in sostanza indifferente. Bastava a se stesso; la sua felicità non dipendeva da altri che lui. Era egoista, ma essendo insieme accorto e disinteressato, pochi lo sapevano e nessuno ne aveva danno. Poiché non desiderava nulla, non era d’inciampo a nessuno. Il denaro per lui non aveva molta importanza, e poco gli premeva che i pazienti lo pagassero o no. Lo ritenevano un filantropo. Dato che del suo tempo faceva altrettanto poco conto che dei soldi, era comunque disposto a curarli. Lo divertiva vedere le loro infermità cedere alle cure mediche, e continuava a trarre diletto dalla natura umana. Confondeva persone e pazienti. Ognuno era come una pagina di un libro interminabile, e che ci fossero tante ripetizioni non faceva che aumentare l’interesse. Era curioso vedere come tutta questa gente, bianchi, gialli e bruni, reagiva alle situazioni critiche della condizione umana; ma lo spettacolo non gli toccava il cuore né gli turbava i nervi. La morte era, in fin dei conti, l’evento principale della vita di ognuno, e per Saunders era fonte di inesausto interesse il modo in cui veniva affrontata. Era con una certa emozione che egli cercava di penetrare nella coscienza di un uomo, guardando attraverso gli occhi impauriti, spavaldi, cupi o rassegnati, l’anima che per la prima volta affrontava la consapevolezza che la sua corsa era al termine; ma l’emozione era di pura curiosità. La sua sensibilità non era toccata. Non provava dolore né pietà. Solo, si chiedeva vagamente come mai ci? che per uno era tanto importante importasse tanto poco a un altro. E tuttavia i suoi modi erano pieni di comprensione. Sapeva esattamente cosa dire per alleviare il terrore o la sofferenza del momento, e tutti traevano da lui forza d’animo, consolazione e incoraggiamento. Giocava una partita, e gli dava soddisfazione giocarla bene. Aveva una grande benevolenza naturale, ma era una benevolenza istintiva, sciolta da ogni interesse verso il destinatario. Veniva in tuo soccorso se eri nei pasticci, ma se non c’era modo di tirartene fuori ti lasciava perdere. Non gli piaceva uccidere esseri viventi, e non andava a caccia né a pesca. Pensava che ogni creatura avesse diritto di vivere, e anche una mosca o una zanzara preferiva allontanarla con la mano che schiacciarla. Forse era un uomo profondamente logico. Era innegabile che viveva in buon modo (almeno, se non si riduce il buon vivere all’attenersi alle proprie inclinazioni sensuali), poiché era gentile e caritatevole, e dedicava le sue energie al sollievo della sofferenza; ma se il movente conta qualcosa nel giudicare della bontà e della rettitudine, egli non meritava lode, perché né amore né pietà o carità influiva sulle sue azioni. Brano tratto dal romanzo Acque morte, Adelphi editrice, Milano, 2001. Traduzione di Franco Salvatorelli. William Somerset Maugham (Parigi, 25 gennaio 1874 – Saint-Jean-Cap-Ferrat, 16 dicembre 1965) è stato uno scrittore e commediografo britannico, famoso per il pessimismo acre e freddo, l'ironia crudele e cinica, con cui flagellava inesorabilmente i vizi e la follia degli uomini, e soprattutto delle donne, in una visione del mondo piuttosto cupa, ma dotata anche di senso d'umanità.
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