EPPURE NON SONO A LIVORNO Heleno Oliveira Da giorni come le onde vengono le parole. Nessuna si ferma o dorme sugli scogli.
Ricordo qualche strada Chissà perché simile a Recife Piena di verde e odore di mango.
O quel dio buffo che ama il rischio O la tua isola che non ho ancora amato.
Vedo il tuo sentimento rotondo come Ettore, fragile attento e casto come Assuntina.
No, sei un seguace della bella Elena Che ha distrutto il tempo, lei è un tempio, ti pare?
E dov’è Maria chiara quasi tragica, improvvisa come una metafora livornese?
Eppure Livorno come tutte le città è inganno. Ti vedo affranto e ti offro il calice. Le città non sono là dove il cuore vuole morire.
Tra Livorno Recife e l’Abbandono Chi sceglierai? Chi sceglierò? Sono a Montenero e vedo il mare. La Madonna veglia. Questa poesia è un ex voto. Poesia tratta dalla raccolta Livorno, uno stradario immaginario (Appendice), Edizioni Erasmo, Livorno, 2013. Heleno Afonso Oliveira è nato a Santa Clara (Brasile) nel 1944. E stato assistente presso la cattedra di Letteratura Portoghese dell’Università di Belém a Porto Alegre. Consacratosi al Movimento dei Focolari, ha vissuto in varie parti del mondo. e in particolare, per dodici anni, a Firenze. Ha scritto diverse raccolte di poesie tra cui “Clarindo, clarindo”, pubblicata nel 1993 dall’Università del Parà, e As sombras de Olinda, pubblicata nel 1997 dalla casa editrice Caminho di Lisbona con presentazione della poetessa Sophia de Mello Breyner Andresen. Dal 1983, anno del suo trasferimento a Firenze, a quella in portoghese ha affiancato un’ampia produzione poetica in italiano, lingua che conosceva bene già dagli anni Sessanta. E morto improvvisamente a Lisbona nel 1995.
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