ROULETTE RUSSE Brano tratto dalla raccolta di racconti Nostalgia Mircea Cărtărescu (…) Per puro caso, il primo uomo della roulette che avessi mai incontrato era uscito vivo. Da allora, per un bel po’ di anni, ho assistito a centinaia di roulette russe e ho visto più volte un’immagine che non e possibile descrivere: il cervello umano, l’unica sostanza realmente divina, l’oro alchemico in cui tutto si ritrova, disseminato ovunque, sui muri e sul pavimento, frammisto a schegge di cranio. Pensa alle corride o ai gladiatori e capirai perché questo gioco mi e entrato presto nel sangue e mi ha cambiato la vita. La roulette ha concettualmente la semplicità geometrica e la forza della tela di ragno: un tiratore di roulette russa, un principale, dei caratisti sono i personaggi del dramma. Nei ruoli secondari sono distribuiti il padrone della bettola, il poliziotto che e in perlustrazione nei dintorni, i portantini appaltati per smaltire cadaveri. Le somme relativamente modeste che la roulette investiva su di essi erano, dal loro punto di vista, delle autentiche ricchezze. Il tiratore di roulette e, ovviamente, la vedette della roulette russa e la sua ragion d’essere. Di norma, i tiratori di roulette venivano reclutati nelle vaste schiere dei disgraziati sempre a caccia di un pezzo di pane, simili a cani randagi, degli ubriaconi, dei carcerati appena messi in liberta. Chiunque, per il solo fatto di essere vivo e di potere mettere a rischio la propria vita per tanti, tanti soldi (ma cosa rappresentano mai i soldi in condizioni siffatte?), poteva diventare tiratore di roulette. D’altronde era preferibile che non avesse, nei limiti del possibile, alcun tipo di relazione sociale: famiglia, lavoro, amici fidati. Il tiratore di roulette ha cinque possibilità su sei di salvarsi. Lui riceve, di solito, circa il dieci per cento del guadagno del principale. Questi deve disporre di fondi cospicui perché, nel caso che il suo tiratore muoia, deve pagare le poste di tutti i caratisti che hanno scommesso contro di lui. I caratisti, dal canto loro, hanno una possibilità su sei di vincita ma, se il tiratore muore, possono richiedere dieci o addirittura venti volte la posta, in base all’intesa previa con il principale. Il tiratore aveva pero cinque possibilità su sei alla prima giocata soltanto. Statisticamente parlando, se puntava una seconda volta la pistola alla tempia, le sue possibilità diminuivano. Al sesto tentativo, le sue possibilità si riducevano a zero. In realtà, fino a quando il mio vecchio amico e entrato nel mondo della roulette russa, diventando il Tiratore con la maiuscola, non si conoscevano casi di sopravvivenza dopo più di quattro giocate. La maggior parte di essi era naturalmente fatta di tiratori occasionali, che non avrebbero per nulla al mondo ripetuto la terribile esperienza. Solo pochi erano attratti dalla prospettiva di far soldi, e ciò di solito avveniva per potere poi essi stessi assoldare un tiratore, divenendo cosi principali, il che poteva anche accadere a partire dalla seconda giocata. (…) Brano tratto dalla raccolta di racconti Nostalgia, Voland editrice, Roma, 2011. A cura di Bruno Mazzoni. Mircea Cărtărescu (Bucarest, 1º giugno 1956) è uno scrittore, poeta e saggista rumeno. Scrittore postmoderno, è stato un autore di spicco della Blue Jeans Generation, corrente sorta negli anni ottanta all'interno del panorama letterario romeno. Laureatosi all'Università di Bucarest in Lingue (ama soprattutto il Francese) e in Letteratura nel 1980, ha poi lavorato come professore in un liceo linguistico, come funzionario ed editore della casa editrice Caiete Critice (1980-1989). È poi stato, dal 1991 al 1994, professore a pieno titolo all'Università di Bucarest; ha insegnato anche ad Amsterdam (Paesi Bassi) per un anno. Come scrittore, ha esordito nel 1978 con una novella pubblicata sulla rivista România Literară.
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