PALPEBRE E GIORNALI Julio Monteiro Martins
Settant’anni fa, alla fine del Ventennio fascista, c’è stata un’esplosione di creatività collettiva che ha interessato non solo l’arte, il cinema e la letteratura, ma anche la vita civile e le istituzioni. La bella Costituzione italiana, oggi minacciata, è uno dei frutti di quella eccezionale stagione di immaginazione politica. In quel momento, tra le macerie di una guerra persa e un territorio sotto occupazione, ogni italiano poteva chiedere a se stesso in quale tipo di paese e di società avrebbe voluto vivere e vedere crescere i propri figli. Oggi cerchiamo di uscire da un Ventennio diverso, più complesso e più insidioso, con la gente schiacciata sotto macerie morali, con lo spirito frantumato e assediato da disvalori di ogni genere, così onnipresenti e pervasivi da non farci nemmeno sperare in un qualche riscatto, in una qualche redenzione della vita civile. E tuttavia, come alla fine degli anni ’40, è arrivato il momento di proiettare positivamente la nostra immaginazione verso il futuro. Questo immenso vuoto intorno a noi è anche un invito. Riempiamolo con quello che desideriamo, facciamo che diventi quello che vogliamo, riappropriamoci del nostro diritto al sogno, all’immaginazione politica e culturale. Non accade molto spesso che la storia ci offra un’opportunità come questa: non essere più sotto una tirannia totalitaria e nemmeno sotto una demagogia populista mediatica. Questo raro interregno nella storia dell’Italia moderna, pieno di nulla, può esplodere in un’esuberante fioritura, che nell’ambito artistico e culturale è attesa ormai da decenni. La Sagarana vuole essere una compagna e uno degli agenti di questa esplosione creativa, della concezione e della costruzione di un’Italia nuova, fiera di sé, impegnata con gioia nel recupero del lungo tempo perso perseguendo il miraggio della potenza e poi il miraggio del patrimonio, per innamorarsi nuovamente della verità, delle possibilità immense che si concentrano all’interno della sua apparente asprezza e aridità. Chiudiamo per un po’ le pagine editoriali dei giornali, e anche le nostre stesse palpebre, e concentriamoci sui nostri sogni: cosa vorremmo esattamente e cosa non vorremmo rivedere mai più. Poi riapriamoli e cerchiamo insieme i mezzi e le forme per trasformare i sogni in realtà. Julio Monteiro Martins
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