ALI Morten Søndergaard
per Inger Christensen
Ci siamo registrati nell’albergo del sonno e abbiamo avuto la chiave della stanza più interna in un morbido uragano.
Giaccio qui, così posso leggere poesie nell’ora più rara del mondo. Mi esercito
a dirle senza muovere le labbra. Lei bussa, ha le sue poesie
in un sacchetto della posta, le sa a memoria. Ha ali e calca il caos con cautela, setaccia
le stesse strade romane e reinventa la lingua nel tessuto urbano. Il vino bianco scorre
dentro di noi, guardiamo scarpe, mentre la Morte aspetta col suo completo. Ha tutto il tempo. Ha
la Vita Nova di Dante in tasca. Poi lei inizia a disfare le poesie
con la sua melodiosa voce e scompare in ciò che nessun altro sa dire.
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In lingua originale:
VINGER Morten Søndergaard
Vi er tjekket ind på søvnens hotel og har fået nøglen til det inderste kammer i en blød orkan.
Jeg ligger her, så jeg kan læse digte op i verdens sjældneste time. Jeg øver mig
ved at sige dem uden at bevæge mine læber. Hun banker på, hun har sine digte
i en pose fra posthuset, hun kan dem udenad. Hun har vinger og betræder kaos forsigtigt, hun går
de samme romerske gader tynde og genopfinder sproget i byens væv. Hvidvinen løber
gennem os, vi ser på sko, mens Døden står i sit jakkesæt og venter. Han har tid nok. Han har
Dantes La Vita Nuova liggende i lommen. Så begynder hun at trevle digtene op
med sin syngende stemme og forsvinder ind i det ingen andre kan sige. La poesia è tratta da: Fordele og ulemper ved at udvikle vinger (“Vantaggi e svantaggi nel mettere le ali”), Gyldendal, Copenaghen 2013. Traduzione di Bruno Berni. Morten Søndergaard, artista poliedrico e sensibile, ha debuttato nel 1992 con il suo primo volume di poesie, Sahara i mine hænder [Il Sahara nelle mie mani]. Dal 1992 ha pubblicato varie altre raccolte di poesie, alcuni volumi di prose brevi e, nel 2000, il suo unico romanzo Tingenes orden [L’ordine delle cose], ma è stato anche coredattore dell’enciclopedia soggettiva Brøndums Encyklopædi, traduttore di varie opere di Jorge Luis Borges, redattore di diverse riviste di poesia fra le quali, dal 2002 al 2007, la storica Hvedekorn. Ha vissuto a lungo in Toscana e nel 2008 ha tradotto in danese Verrà la morte e avrà i tuoi occhi di Cesare Pavese. Del 2002 è la raccolta Vinci, senere (traduzione italiana A Vinci, dopo, Heimat, Salerno 2007), di ispirazione italiana come molte delle sue liriche successive. Nel 1998 ha ricevuto il Michael Strunge Prisen e nel 2002 è stato uno dei due candidati danesi al prestigioso Premio Letterario del Consiglio Nordico. Con un altro suo volume di poesia, Et skridt i den rigtige retning [Un passo nella direzione giusta] – dal quale è tratto il lungo componimento Portræt med Orfeus og Eurydike (traduzione italiana Ritratto con Orfeo e Euridice, Kolibris, Bologna 2010) – ha ottenuto la sua seconda candidatura allo stesso premio per il 2007, a riprova del fatto che con la sua produzione poetica Morten Søndergaard ha assunto ormai una posizione centrale per la lirica danese di questo inizio di secolo. Bruno Berni, specialista di letterature nordiche e letteratura tedesca, ha tradotto numerosi titoli, fra romanzi, raccolte di racconti e di poesie, prevalentemente di autori danesi con rare escursioni nelle altre lingue scandinave e nel tedesco. All’attività di traduttore affianca quella di saggista e in passato si è dedicato all’insegnamento della letteratura danese (Università di Urbino) e della lingua danese (Luiss di Roma). Dirige da vent’anni la biblioteca dell'Istituto Italiano di Studi Germanici di Roma. Nel 2004 ha ricevuto il premio Hans Christian Andersen per la traduzione completa delle fiabe dello scrittore danese. Nel 2009 è stato insignito del Premio Danese per la Traduzione, nel 2012 il Premio Rezzori Città di Firenze e nel 2013 il Premio Nazionale per la Traduzione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, edizione 2012.
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