LA POSTINA DAI CAPELLI BLU Brano tratto dal romanzo Rue de L’Aiguillerie Stefano Morleschi L'avventizia delle poste addetta ai recapiti nella zona, una ragazzina dai capelli tinti di blu e le gambe nude affondate in pesanti scarponi di tipo militare, era nuova del mestiere. Scherzando un po' con i piccioni che avevano scambiato le lunghe stringhe delle sue pédule per qualcosa da mangiare, infilò, con qualche difficoltà, un'ingombrante rivista di araldica nella cassetta del generale. Poi si diresse al numero 3. Aveva, anche lì, una busta da consegnare. La lettera, indirizzata a un certo J. Thran, doveva aver viaggiato parecchio, era tutta gualcita e il timbro di spedizione si leggeva molto male. L'avventizia postale suonò invano al citofono del 3. Nessuno aprì. Riprovò, finché si affacciò una donna in vestaglia: - Il signor Thran è via!
- C'è una lettera!
La donna in vestaglia sbuffò sparendo dal quadro della finestra. Uno scatto, un attimo dopo, aprì il portone. La cassetta di quel Thran era già piena e l'avventizia dovette faticare per imbucare il plico ma alla fine, pigiando un po', ne venne a capo. Ormai aveva fatto l'occhio alle calligrafie e sbirciando la corrispondenza che spuntava dalla cassetta notò che proveniva tutta da luoghi diversi e lontani ma gli indirizzi parevano vergati da una stessa mano. "Qualcuno - pensò leggermente - deve volergli molto bene" . Faceva freddo, nell'androne.
- Se le spedisce da solo!
La postina sussultò, era ancora la donna in vestaglia, dal pianerottolo. Appoggiata con la mano libera dalla sigaretta al corrimano, le snocciolò che quel Thran era stato una specie di ingegnere finché un bel giorno aveva piantato moglie e figlia per imbarcarsi come passeggero su un cargo. Dopodiché le due donne erano partite da qualche parte in Piccardia e la casa era rimasta disabitata. - Uno svitato! - sogghignò blandamente, allungando un'occhiata compiaciuta sull'avventizia che sorrise, a disagio. Mentre la donna in vestaglia parlava, aveva la sensazione che tutte quelle buste bianche e azzurre stipate nella cassetta si stessero agitando, alle sue spalle, come tante ali di gabbiano. Brano tratto da Rue de L’Aiguillerie, Mobydick edizioni – I libri dello Zelig, Faenza, 2013. Stefano Morleschi è nato a Genova, nel 1954, e vive a Lurate Caccivio (Como). Autori di racconti, anche a fumetti, ha esordito nel 1983 con Immagini d’agosto per “Il Maramaldo”, cui sono seguiti Qualcosa in comune (1994), Rosso Fuoco (2002), tutti per le edizioni Marna, mentre è dello scorso anno il suo Treni pendolari, per Mobydick.
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