NON OSARE PADRE Ad Ana, figlia suicida di Rotko Mladic, oggi sotto processo all’Aia per il genocidio di Srebrenica Zara Finzi
non osare padre
venire alla mia tomba in questo dolce
aprile di Belgrado. ha visto i
pugni chiusi dei morti le
urla delle donne che lasciavano
le terre concimate con le ossa
dei mariti, i pianti smarriti degli orfani i
vecchi a se stessi abbandonati
stai lontano padre
dalla tomba incontaminata, la paura
come tuo sigillo, lo sterminio
come tuo futuro. non sfiorare
con la mano insanguinata il
mio nome inciso nel marmo. vedi? sono Ana
e basta, a nessuno figlia, Ana
a me stessa nata pura
dal colpo della tua pistola. Zara Finzi, mantovana, con la guida di Luciano Anceschi si è laureata a Bologna, dove vive ed opera. Ha pubblicato Gemente seflente (Centauro 2001) con introduzione di Ezio Raimondi, Il trimestre mancante (Il girasole 2005), La porta della notte (Manni 2008), Compensazioni (Raffaelli 2011), Per gentile concessione (Manni, 2012) e due plaquettes (Pulcinoelefante 2005 e 2006). Suoi testi compaiono su “Poesia”, “Le Voci della Luna”, “Graphie”, e in varie antologie fra cui Cinque anni dopo il duemila (Giraldi 2005), Laboratorio di parole (Pendragon 2006), Caleidoscopio (Pontegobbo 2010).
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