IL MIO UNICO UCCELLO Ana Istarú
Oggi indosso
la mia veste tenera.
E la casa è dorata
come un orcio di miele.
Oggi,
quando il cielo nuovamente ascendeva
sopra il mio albero
ho strappato d’un soffio
l’unico uccello che possedevo.
Mentre si allontanava,
sembrò che l’anima mi si colmasse di piume.
E un solo uccello attraversò il mattino.
Si starà dissanguando
sul tetto oscuro della tua casa.
Questa mattina l’unico uccello
che mi restava
si è spezzato fino a spegnersi,
aurora che si lacera.
Questa mattina,
quando il sole
seminava di margherite
tutti gli angoli.
La tua porta era chiusa.
In lingua originale
Mi único pájaro
Hoy llevo puesto
mi vestido tierno.
Y la casa está dorada
como un jarro de miel.
Hoy,
cuando el cielo ascendía de nuevo
sobre mi árbol
he arrancado de un soplo
el único pájaro que tenía.
Cuando se alejaba,
parecía que el alma se me llenaba de plumas.
Y un solo pájaro atravesó la mañana.
Debe de estar desangrándose
en el tejado oscuro de tu casa.
Esta mañana el único pájaro
que me quedaba
se ha roto hasta apagarse,
aurora que se desgarra.
Esta mañana,
cuando el sol
sembraba de margaritas
todos los rincones.
Tu puerta estaba cerrada. Traduzione e nota di Tomaso Pieragnolo. Ana Istarú, attrice, poetessa e drammaturga, è nata a San José nel 1960. Nel 1981 si diplomò con lode in Arti Drammatiche all’Università di Costa Rica; da allora ha lavorato come attrice teatrale protagonista in opere sia classiche che contemporanee. Nel 1980 ottenne il Premio Nazionale come attrice debuttante, 1997 il Premio Nazionale come miglior attrice protagonista e nel 2000 il Premio Ancora de Teatro. La sua opera poetica, composta attualmente da 8 raccolte, è stata inserita in numerose antologie e tradotta in francese, inglese, tedesco ed olandese. Come drammaturga ha ottenuto in Spagna il Premio María Teresa León nel 1995 e nel 1999 il Premio Hermanos Machado de Teatro 1999 della città di Siviglia. Alcuni dei suoi libri di poesia sono "La muerte y otros efímeros agravios" (1989), "La estación de fiebre" (1983) "Verbo madre" (1995).Cuenta, en su obra dramática, con las obras "El vuelo de la grulla"(1984) , "Madre nuestra que estás en la tierra" (1988), "Baby boom en el paraíso" (1996) y "Hombres en escabeche" (2000). La sua poesia recupera con intensità l’affermazione e l’onere di una femminilità che stenta a rapportarsi con la moderna società ed una quotidianità distratta ed aggressiva, tentando di riconquistare una propria corporalità oggettiva e mistica che spesso sfugge agli occhi disattenti dell’uomo.
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