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Sagarana SGUARDO SU SE STESSO


Robert Walser


SGUARDO SU SE STESSO



 

 

Poiché non vollero che fossi giovane, lo diventai.
Poiché dovevo impegnarmi a essere sofferente, mi apparecchiai gioie e piaceri.
Poiché la loro maggiore preoccupazione era mettermi di cattivo umore,
trovai il modo di fargli capire che non potevano essere più graditi di così.
Poiché mi instillarono paure e pignolerie, il coraggio rideva ed esultava intorno a me.
Proprio perché fui piantato in asso, imparai a dimenticarmi di me,
e mi lasciai andare a effimeri entusiasmi.
Tanto dissipai, eppure ero consapevole che ogni perdita è una vittoria,
e nessuno può ritrovare niente se prima non l’ha smarrito,
e rincontrare ciò che si è perso è una conquista più sublime di un possesso ininterrotto.
E mentre nessuno si interessava a me, fui io a fare la mia conoscenza,
e divenni medico garbato e comprensivo di me stesso.
Poiché nella vita ebbi degli avversari, attrassi anche degli amici,
e gli amici caddero, e perfino i nemici abbandonarono la loro inimicizia,
e Sfortuna è il nome dell’albero su cui crescono gli splendidi frutti della felicità.
Ciascuno porta con sé in tutte le cose il proprio percorso di vita: le peculiarità
che la nascita, le condizioni familiari e l’istruzione gli hanno dato;
e ha bisogno di essere salvato solo chi non riesce a fortificarsi mediante l’orgoglio.
Chi è in accordo con se stesso non ha necessità di alcun aiuto,
a meno che non gli capiti un incidente da doverlo trasportare all’ospedale.
 
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In lingua originale:
 
SELBSTSCHAU
Robert Walser
 
Weil man nicht haben wollte, daß ich jung sei, wurd' ich jung.
Weil Leidender ich sollte sein, umschmeichelten mich viele Freuden.
Weil man in schlechte Laune mich zu setzen sich die größte Mühe gab,
suchte und fand ich Weg' in solche, wie ich sie willkommner mir nicht wünschte.
Da man mir Ängstlichkeit einprägt', umjubelt' und umlachte mich der Mut.
Dadurch, daß man im Stich mich ließ, lernte ich Selbstvergessen,
wodurch ich in die Lage kam, mich in Beseeltheiten zu baden.
Verlor ich viel, so sah und fühlt' ich, daß Verluste ein Gewinn sind,
da niemand etwas wiederfinden kann, wenn er es nicht vorher verlor,
und wiedersehen, was verloren ging, ist höherer Besitz als ständ'ger.
Indem man mich nicht kennen wollt', geriet ich auf die Kenntnis meiner selbst,
wurde verständnisvoller, liebenswürd'ger Arzt an mir.
Weil ich im Leben Gegner fand, zog ich auch Freunde zu mir hin,
und Freunde fielen ab, doch Feind' auch hörten auf, feindlich zu sein,
und Unglück heißt der Baum, woran die schönsten Glückesfrüchte wachsen.
Jeder trägt seine Lebensbahn in allem mit sich, was an Eigenheiten
Geburt, Umständ' zu Hause und die Schule ihm gegeben haben,
und Rettung braucht bloß der, dem's nicht gelang, sich nicht zu überheben.
Niemals hatte ein mit sich Einverstandner Hilfe nötig,
falls ihm kein Unfall zustieß, daß man ins Spital ihn tragen mußte.






Poesia tratta da Robert Walser, Die Gedichte, pp. 201-2, Suhrkamp Taschenbuch, 1113, Erste Auflage 1986, Suhrkamp Verlag GmbH und Co. KG, Berlin. Pubblicata originalmente sulla rivista Prager Presse nel febbraio 1933. Traduzione di Pietro Carubbi.




Robert Walser
Robert Walser (Bienne, 15 aprile 1878 – Herisau, 25 dicembre 1956) è stato un poeta e scrittore svizzero di lingua tedesca. Il suo valore di letterato gli fu riconosciuto solo post-mortem e in Italia le sue opere furono pubblicate solo a partire dagli anni sessanta.




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