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Sagarana BRESCIA, 28 MAGGIO 1974


Walter Valeri


BRESCIA, 28 MAGGIO 1974



 

Dagli striscioni, dai colori, dalle facce
allegre dei compagni, dai più giovani
che sgranocchiavano popcorn e pizze calde
a tre sotto gli ombrelli, a cinque
sotto i fogli di plastica, a grappoli
sotto la loggia, avevamo capito di essere in tanti.
 
Poi fu il Rumore e furono le lacrime
degli addetti al potere
che udimmo in tempo, prima di prender sonno.
 
...era rimasta a lungo in noi l’angoscia di quei corpi
straziati li ricordavamo lì, così urgenti nei loro straccetti
goffi di sangue
privi di posa...
 
Poi la Confindustria
(bianca colomba dei cieli nazionali)
si disse addolorata.
 
...ancora nell’aria la eco degli slogan
faceva il verso alle parole che i morti fra i vivi
avevano gridato per darsi voce nel corteo
“...sotto le presse mettiamoci il padrone”...
 
Poi i sindacati gialli comunicarono in tivù
che avrebbero aderito al lutto nazionale
“...per la grande sciagura in offesa alla nazione”.
 
…nessun crumiro quel giorno nella piazza
Nessun crumiro, per dio!, sotto la loggia.
Come sempre erano in fabbrica a fare un buon lavoro...
 
Poi il ministro si mostrò agitato, nervosa
mimando nell’aria il lamento dei morti
giunti in parlamento.
 
...avevamo gridato per tutta la mattina
proprio in rilievo dalla stessa fontana
“Ministro boia, boia la legge, boia i fascisti
e chi li protegge”...
(Qualcuno addirittura “figlio di puttana”)
 
Poi fu lo stesso ministro coi suoi sacerdoti
a presiedere le esequie nel suo grande perdono.
 
...durante la veglia qualcuno raccontò che una madre
lo stesso giorno, in chiesa
la più grande del paese, per il freddo del figlio, pazza
cominciò a gridare
“È mio.
Mio il dolore.
Così i gesti della sua sepoltura.
Lasciateci.
Non umiliateci coi riti che abbiamo già pagato.
Solo io saprò stendere la terra con gesti d’amore
e restituirla pietosa al suo volto
nel dire col pianto di madre la colpa
all’altro figlio che ascolta.
È mio questo figlio che muore!”...
 
...così facemmo circolare la voce:
venti milioni in piazza il giorno dopo
ma pochi col coraggio di dire:
 
rubano i morti
anche dei morti si debbono nutrire.
 
Cesenatico, “Sul Porto”, giugno 1974
 
 
 
 
*Questa poesia è stata scritta e pubblicata nella rivista “Sul porto” di Cesenatico nell’immediatezza di quelli che sono stati consumati come i “Fatti di Brescia”. Incredibili non solo per la loro luttuosità (erano nostri quei corpi) ma anche perché sfruttati e sfruttatori, innocenti e colpevoli, vittime e uccisori, hanno pianto nel giorno più cinico gli stessi morti. La vera strage è stata tentata, in parte riuscita, subito dopo i fatti di sangue. Siano questi versi una testimonianza e si aggiungano alla voce di quanti tutto ciò hanno capito e denunciato nella stessa piazza.
 




Walter Valeri
Walter Valeri è nato a Forlì nel 1949. Ha fondato nel 1973 in collaborazione con Ferruccio Benzoni e Stefano Simoncelli la rivista di poesia e cultura Sul Porto, del fare cultura in provincia. Nel 1981 con la raccolta Canzone dell’amante infelice (Guanda) ha vinto ex-equo il prestigioso premio internazionale di poesia Mondello. Nel 1985 a Londra ha fondato la rivista indipendente di letteratura, teatro, politica Il Taccuino di Cary. Nel 1990 ha pubblicato la raccolta di versi Ora settima (Corpo 10) con la presentazione di Maurizio Cucchi. Nello stesso anno ha fondato con Quellidigrock il Teatro Greco di Milano. Nel 1995 si è trasferito negli Stati Uniti e ha conseguito un Master in drammaturgia presso l' ART/MAXAT Institute della Harvard University dove ha insegnato al Dipartimento di Lingue e Letterature Romanze per sette anni. Ha scritto vari saggi fra cui Franca Rame: a woman on stage (Perdue University Press,1999), An Actor's Theatre (Souther Illinois University Press 2000), Donna de Paradiso (Editoria & Spettacolo 2006), Dario Fo's Theatre: The Role of Humor in Lerning Language and Culture (Yale University Press,2008). Nel 2006 ha pubblicato l’antologia di versi Deliri Fragili (BESA) con la presentazione di Giancarlo Sissa. Ha tradotto testi di poesia, prosa e teatro tra cui Requiem Tedesca di James Fenton, Carlino di Stuart Hood, Adramelech di Valere Novarina, I Ciechi di Maurice Maeterlinck, Knepp di Jorge Goldemberg, Nessuno Muore di Venerdì di Robert Brustein. Ha fondato nel 2001 il Cantiere Internazionale Teatro Giovani realizzato dall'Assessorato alla Cultura della Citta' di Forli' e dall' Università di Bologna, con il contributo della Regione Emilia Romagna. Ha fondato nel 2006 con Stefano Simoncelli il Festival internazionale di poesia Il Porto dei Poeti di Cesenatico. Ultimi versi pubblicati Visioni in Punto di Morte (Nuovi Argomenti, 54, 2011) Collabora dagli Stati Uniti alla rivista europea teatri delle diversità. Insegna attualmente al Boston Conservatory e MIT.




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