Torna alla homepage

Sagarana L’EMIGRANTE


Ndue Ukaj


L’EMIGRANTE



 

Ha solo domande, le sue risposte così timide
Nelle tasche sporche di mastice della nostalgia.
Ha solo memorie che gli cingono il collo
Come la pietra del mulino lo scuotono un passo avanti e qualche passo indietro,
Mentre accarezza la cascata torrenziale,
E rapisce il tempo che non vede mai.
Il tempo solo sognato in notti senza fine.
Non è di quelli che se ne stanno sotto un cielo di temporali,
Dove cammina, dove mangia, dove fa l’amore e siede.
La patria degli uccelli è il cielo
Dei pesci è il mare
Dell’emigrato è il dolore
Che si moltiplica come nubi in un cielo turbolento.
 
La nostalgia si sposta su strade sconosciute,
Mentre se ne cerca una tra zeri infiniti.
Il testamento di Odisseo gli brucia tra le mani
E la brace minaccia incendio, come raggi tropicali
Verso l’agognata Itaca dirige l’occhio
E notte e giorno è esausto.
Emigra per le vie della tristezza
Avvolto nella trapunta della Terra Promessa,
Sognando ogni notte lo stesso sogno. Il ritorno al numero uno.
Mentre l’oasi del deserto gli ingoia aspirazioni e memorie.
Provocando profonda disperazione nell’Emigrato.
Con la bisaccia del dolore viaggia attraverso le vie della speranza
Attendendo decisioni che divengano il numero uno in una sfilza infinita di zeri
Ogni giorno l’attende l’ignoto nella foresta dei desideri
Dove ci si rilassa, morbida visione e profonda meditazione.
Come un uccello irrigidito dal gelo cerca il nido della speranza.
Ed è avvolto nella trapunta della Terra Promessa.
 
 
-----------------------------------------
 
In lingua originale:
 
THE EMIGRANT
 
He has only questions, his answers so very timid
In dirty pockets with concreted nostalgia.
He has only memories that surround his neck
Like the millstone they shake him one step forward and a few backward,
While caressing in torrential waterfall,
And kidnapping the time which he never sees.
The time that he only dreams in endless nights.
He is not one of those below the sky full of storms,
Where he walks, where he eats, where he makes love and seating.
The fatherland of birds is the sky
Of the fish is the sea
Of the emigrant is sorrow
Which is multiplied like clouds in the turbulent sky.
On the unkown roads, nostalgia shifts
While serching for one amid endless zeroes.
Odissey’s testament is burning in his hand,
And coal threaten fire; like tropical rays
Toward the missed Ithaca he directs his eyes
And he is exhausted day and night.
He migrates on the roads of sadness
And is covered with the quilt of Promised Land,
And every night dreams the same dream. The return to number one.
While the desert oasis swallows his aspirations, and memories.
Causing deep desperation to the Emigrant.
With the sack of sorrow travels through the roads of hope
Awating decisions to become as number one, in the endless zeroes
Every day waits for him the unknown in the forest of desires
Where it is relaxing, the soft vision and the deep meditation.
Like a freezing bird is searching the nest of hope.
And is covered with the quilt of Promised Land.
(Inspired by the book of Milan Kundera: “The ignorance”)






Ispirata al libro di Milan Kundera: “L’ignoranza”. Traduzione di Pina Piccolo.




Ndue Ukaj

Nato in Kosovo nel 1977, Ndue Ukaj è scrittore, pubblicista, critico e teorico letterario. Ha condotto ricerche sulla letteratura e sulle lingue albanesi alla Facoltà di Filologia dell’Università di Pristina, dove ha conseguito la laurea. In Svezia Ukaj ha seguito corsi di letteratura e cultura svedesi. E stato redattore della rivista di arte, cultura, società “Identity”, pubblicata a Pristina. Le poesie di Ukaj sono state incluse in antologie in lingua albanese e in altre lingue e alcune delle sue opere sono state tradotte in inglese, rumeno, spagnolo e italiano. Il suo libro “Godot is not coming” ha vinto il premio nazionale “Azem Shkreli” come migliore raccolta di poesie pubblicata nel 2010 in Kosovo. Lavora per la casa editrice Drita a Pristina, in Kosovo.





    Torna alla homepage copertina I Saggi La Narrativa La Poesia Vento Nuovo