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Sagarana I MIGLIORI TRA DI NOI


Chris Hedges


I MIGLIORI TRA DI NOI



 

Non ci sono più scuse. O ti unisci alla rivolta organizzata contro Wall Street e davanti alle Borse di tante altre città o stai dalla parte sbagliata della storia. O, nell’unica forma che ci rimane, cioè con atti di disobbedienza civile, ostruisci il saccheggio operato dalla classe criminale di Wall Street e l’accelerazione della distruzione dell’ecosistema che, come specie umana, ci sostiene, o diventi complice passivo di forme mostruose del male. O senti il sapore, l’odore e il tocco di una libertà esilarante e ti ribelli o affondi in un miasma di disperazione e apatia. Devi scegliere se essere ribelle o schiavo.
Una dichiarazione di innocenza in un paese in cui la supremazia della legge non significa niente, in cui le multinazionali hanno compiuto un colpo di stato, un paese in cui i poveri e i lavoratori e le lavoratrici sono ridotti alla disoccupazione e alla fame, in cui la guerra, la speculazione finanziaria e la sorveglianza interna sono le uniche occupazioni dello Stato, una nazione in cui al cittadino non è più garantito il diritto di habeas corpus, un paese in cui tu, come cittadino, non sei altro che merce per il sistema di potere delle multinazionali, merce da usare e da buttare, - in un paese come questo- dichiararsi innocente equivale ad essere complici di un male che è tale alle radici. Rifiutarsi di prendere posizione dichiarando la propria innocenza significa essere portatori del marchio di Caino, significa non fare niente per aiutare i deboli, gli oppressi e chi soffre, o per salvare il pianeta. Di questi tempi, essere innocenti significa essere un criminale. Questa stessa domanda ponila all’ ambientalista Tim De Christopher.*
Scegli. Ma datti una mossa. Lo stato e le forze delle multinazionali sono determinate a schiacciare questo movimento. Non staranno lì ad aspettare. Hanno il terrore che il movimento si allarghi. Dispongono di lunghe falangi di poliziotti motorizzati, file di camionette, fanti al loro sevizio che ti danno al caccia per strada con lo spray al pepe e le reti di plastica arancione [ndr. come il colore indossato dai detenuti]. Dispongono di barricate metalliche collocate all’imbocco di ogni strada che conduce al distretto finanziario di New York, dove i mandarini che indossano completi disegnati da Brooks Brothers usano i tuoi soldi, soldi che ti hanno rubato, per fare le speculazioni e i loro giochi d’azzardo, per abbuffarsi mentre un bambino su quattro fuori da quelle barricate per mangiare  deve usare i “food stamps” [ndr. buoni per la spesa emessi dallo stato per i cittadini indigenti]. Nel 17esimo secolo la speculazione era considerata reato. Gli speculatori venivano impiccati. Oggi invece sono loro a gestire lo stato e i mercati finanziari. Disseminano menzogne che inquinano l’etere. Si rendono conto, ancor meglio di te, del dilagare della corruzione e del furto, di come il sistema sia fisiologicamente a tuo sfavore proprio come le macchinette nelle sale da gioco, di come le multinazionali abbiano rinsaldato in modo che si augurano definitivo una classe oligarchica dalle minuscole dimensioni e a suo  sevizio quadri ossequiosi composti da politici, giudici e giornalisti che vivono nelle loro cittadelle protette, nelle loro Versailles, mentre sei milioni di americani vengono sfrattati dalle proprie case, un numero presto destinato a salire a 10 milioni. Si rendono pienamente conto che nel paese  milioni di persone ogni anno sono costrette a dichiarare bancarotta perché non riescono a pagare le spese sanitarie, e che ogni anno 45,000 persone muoiono perché non possono permettersi una sanità decente. Sanno benissimo che le vere percentuali della disoccupazione si aggirano sul 20%,  e che cittadini, compresi gli studenti, passano la vita schiavizzati per pagare i debiti, nel precariato più abietto se riescono a trovare un lavoro, un mondo privo di speranza, un mondo di padroni e di servi della gleba.
 
L’unica parola che queste multinazionali sembrano conoscere è “più”. Stanno sventrando qualsiasi traccia di servizi pubblici  sostenuti dalle tasse, dall’istruzione alle pensioni perché quei soldi li vogliono loro. Lascia pure morire gli ammalati. Lascia pure che le famiglie vengano buttate fuori, per strada. Lascia pure che marciscano i disoccupati. Lascia pure che i bambini che vivono nei ghetti o nelle campagne più sperdute non  imparino niente e vivano nella miseria e nel terrore. Lascia pure che gli studenti finiscano le scuole superiori senza lavoro o la prospettiva di un lavoro. Lascia pure che il sistema di detenzione, il più grande del mondo industrializzato, si espanda e inghiotta tutti i potenziali dissidenti. Lascia pure che continui la tortura. Lascia pure che gli insegnanti, la polizia, i pompieri, i postini e gli assistenti sociali ingrossino le fila dei disoccupati. Lascia pure che le strade, i ponti, le dighe, le centrali elettriche, le ferrovie, le metropolitane, gli autobus, le scuole e le biblioteche si sbriciolino e vadano in rovina. Lascia pure che aumentino le temperature del pianeta, come pure gli eventi meteorologici estremi, gli uragani, la siccità, le alluvioni, le trombe d’aria, che si sciolgano i ghiacci della calotta polare,  che si avvelenino le falde acquifere,  che si inquini l’aria. Lasciateli pure  fare fino a quando la specie non si sarà estinta.
Ma chi diavolo se ne frega? Purché le azioni di Exxon Mobil o delle industrie che estraggono carbone o di Goldman Sachs continuino la loro ascesa, tutto è rose e fiori. Profitti. Profitti. Profitti, questa è il mantra  monotono che ripetono dietro le barricate di metallo. Ti stanno affondando i denti nel collo e se non te li levi di dosso presto, molto presto, ti dissangueranno. E uccideranno anche l’ecosistema condannando alla catastrofe i tuoi figli e i figli dei tuoi figli. Sono troppo sciocchi e ciechi per vedere che anche loro periranno insieme al resto di noi tutti.  Quindi, sollevati e soppiantali, smantellando lo stato delle corporation, per un mondo sano di mente, un mondo in cui non ci inginocchiamo più davanti all’assurda idea che debbano essere le esigenze del mercato finanziario a governare il comportamento umano. Se non lo facciamo ci trascineranno con le braccia legate dietro la schiena verso l’annichilamento totale.
Quelli che sono scesi in piazza vicino a Wall Street sono l’incarnazione fisica della speranza. Sanno che la speranza ha un costo, che non è né facile né comoda, che richiede sacrifici, disagi e infine, fede. Tutte le notti dormono sul nudo cemento e hanno i vestiti sporchi. Hanno mangiato più bagel e burro di arachidi di quanto pensassero fosse mai possibile. Hanno assaporato la paura, sono stati picchiati, chiusi in carcere, accecati dallo spray al pepe, hanno pianto, si sono abbracciati, hanno riso insieme, cantato, parlato troppo in assemblee generali, hanno visto gli slogan che urlavano salire fino a grattacieli pieni di uffici che torreggiano sopra di essi. Si sono chiesti se ne valesse la pena, se importasse a qualcuno, se avrebbero vinto. Ma se riescono a mantenere salda  la loro posizione indicano la via per uscire da questo labirinto creato dalle multinazionali. Essere vivi significa questo. Sono i migliori tra di noi.
Cliccare qui per accedere al sito OCCUPYTOGETHER uno hub per tutti gli eventi che si stanno organizzando in tutto il paese in solidarietà con Occupy Wall St.

* Il ventisettenne ambientalista sta scontando due anni di reclusione per essersi finto miliardario e partecipato a un’asta organizzata dallo stato dello Utah nel 2008 per la concessione di lotti da adibire a scavi petroliferi, aggiudicandosi 9000 ettari. Durante il processo fece scalpore il fatto che al suo avvocato fu proibito l’uso della difesa del “male minore”, cioè che Christopher aveva agito per difendersi dalla catastrofe ambientale. 






Tratto dal sito statunitense www.truthdig.com. Traduzione di Pina Piccolo.




Chris Hedges

Chris Hedges scrive regolarmente una rubrica per Truthdig.com. Hedges si è laureato alla Harvard Divinity School ed per quasi due decenni è stato un corrispondente estero del New York Times. È autore di molti saggi tra cui: War Is A Force That Gives Us Meaning, What Every Person Should Know About War, e American Fascists: The Christian Right and the War on America. La sua opera più recente è Empire of Illusion: The End of Literacy and the Triumph of Spectacle.





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