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Sagarana LA METRO


Lorenzo Spurio


LA METRO



 

Salii sulla metropolitana per andare a lavoro. Tutti i sedili erano occupati e molta gente si reggeva su delle pertiche in ferro. Avrei desiderato sedermi dato che sarei dovuto scendere alla sesta fermata e cosi cominciai a scorgere brevemente, alzandomi in punta di piedi, se per caso c’era un posto rimasto inutilizzato. Un ragazzo alto e massiccio con un’alta cresta color fucsia, disturbò la mia visuale. Quando ero sicuro che avrei dovuto stare in piedi per tutto il viaggio, scorsi da distante un sedile vuoto o per lo meno dal quale non spuntava nessuna testa. Mi avvicinai, chiedendo a me stesso, perché se il sedile era vuoto nessuna persona di quelle che stavano in piedi l’avesse occupato. Quando mi avvicinai e la metropolitana era ormai prossima alla fermata accellerai il passo per evitare che qualcuno, appena salito, mi soffiasse il sedile. Una volta giunto in prossimità del sedile da me agognato vidi che al suo fianco sedeva una donna grassa dai capelli rossi che teneva sulle sue gambe un bambino molto piccolo. Il sedile al suo fianco era imbrattato di un copioso rigurgito giallognolo che probabilmente il neonato aveva sganciato durante uno dei tanti strattoni della metropolitana. Scoraggiato da quella visione e infastidito dall’odore acre e nauseante di quel vomito feci per andarmene quando la donna mi fissò esterrefatta e cominciò ad urlare un nome, il mio. Non capivo perché quella donna che mai avevo visto durante la mia vita ora sapesse chi fossi e conoscesse il mio nome. Dinanzi a parecchie persone, tutte intente a svolgere una qualche attività, chiesi alla donna di abbassare la voce e di dirmi chi era. Lei mi rispose «Sono io, non far finta di non conoscermi». Ribattei che non sapevo chi fosse. Lei scoppiò a ridere e mi disse di non continuare a fingere. Gli dissi che non fingevo e la pregai di svelare quella farsa. Mi disse che non si trattava di nessuna farsa e che alla mattina, a colazione, avrei dovuto lasciare più ordinato. Continuavo a non comprendere cosa stesse dicendo e ad un certo punto le chiesi «Come sta il bambino ora? ». Lei mi guardò come per volermi affrontare e non mi rispose. Il sedile di stoffa verde stava lentamente imbevendosi del vomito. Le dissi che avrebbe dovuto pulire il sedile, per lo meno con un fazzoletto. Lei continuò a non rispondermi. Quando arrivammo alla stazione successiva la donna si alzò, senza aver eliminato l’imbrattatura della sua creatura, per uscire dalla metropolitana. Lei mi salutò e mi disse di fare per bene, come se volesse minacciarmi. Le chiesi ancora una volta chi fosse e mi rispose «Lo sai chi sono. Smettila di prendermi in giro». Mentre usciva dalla metropolitana notai che il bambino aveva spalancato gli occhi, dei grandi occhi verdi molto belli, e alzando un braccio mi indicò ridendo fragorosamente. Pensai che anche lui mi avesse riconosciuto. 
Continuai il mio viaggio in metropolitana ma la mia mente venne assalita da una serie di pensieri dai quali non riuscii a dissociarmi. Ad un certo punto salì una signora anziana molto debole, con passo malfermo e con una gobba molto pronunciata. Diede un’occhiata ai sedili perché aveva bisogno di sedersi. Mi disprezzai per non aver tolto quel vomito di una persona, che seppur non ricordavo chi fosse, mi era familiare. L’anziana fu costretta a reggersi ad una pertica in ferro. Aveva un aspetto estremamente fragile e, guardandola, mi venne da pensare a un piccolo animale in gabbia, indifeso e privo di protezione. Mi avvicinai ad un ragazzo con canottiera nera ed abbondanti tatuaggi per chiedergli che gentilmente lasciasse il suo posto a quella signora. Mi guardò arrabbiato e mi scaricò addosso una cascata di parolacce ed offese, farcite da una buona dose di imprecazioni a Dio. Lo lasciai perdere, mentre la signora rimaneva afferrata alla pertica di ferro senza aver compreso la scena.
Alla fermata successiva scesi dalla metropolitana e mi diressi a lavoro. Percorsi un lungo viale ma ad un certo punto mi accorsi che non era quello in cui si trovava il mio ufficio. Voltai per una via particolarmente frenetica e mi accorsi che si stava svolgendo un mercato. Mi sentivo molto confuso e non capivo che cosa mi stesse succedendo. Presi il cellulare per chiamare al mio capoufficio per comunicargli che non sarei andato a lavoro quel giorno perché stavo male. Scorsi tutta la rubrica sul cellulare e non riuscii a trovare il nome del mio capo. Non mi ricordavo se il mio capo era Leonardo o Stefano. Scorsi di nuovo la rubrica e pensai che forse non era nessuno dei due o addirittura che poteva essere ciascuna persona della mia rubrica. Confuso ed in preda al panico, decisi di sedermi in una panchina per cercare di calmarmi ma non mi riuscì e cominciai a vedere gli occhi dei passanti tutti verso di me.
Poi non so che cosa successe. Mi risvegliai in una camera d’ospedale. Nella stanza era presente un signore che sembrava dormire e al di là della finestra si scorgevano dei rami nodosi di un grande albero. Un uomo vestito di bianco mi si avvicinò e mi disse che era il dottore del reparto. Gli chiesi che cosa fosse successo e brevemente mi raccontò. Il dottore mi disse, con un’espressione preoccupata, che avevo riportato la prima forte sintomatologia di una malattia che mi aveva diagnosticato. Mi spiegò che si trattava di un morbo degenerativo che lentamente mi avrebbe privato della memoria. Lo ringraziai della sua premura e del suo consulto medico, proprio mentre vidi entrare nella stanza la grassa signora dai capelli rossi della metro, mia moglie.





Lorenzo Spurio è nato a Jesi, in provincia di Ancona nel 1985. Si è laureato in Lingue e Letterature Moderne Comparate all’Università di Urbino nel 2008 con una tesi di letteratura inglese intitolata “Il concetto di ‘wyrd’ nel poema Beowulf” e sta per terminare la Laurea Magistrale in Lingue e Letterature Moderne all’Università di Perugia. Grande appassionato di letteratura straniera ha scritto alcuni saggi e testi critici su alcune opere della letteratura inglese e spagnola, tutt’ora inediti. Ha scritto un nutrito numero di racconti che ha pubblicato su varie riviste di letteratura e cultura italiana. Ha collaborato con Osservatorio Letterario – Ferrara e l’altrove, rassegna di poesia, narrativa e saggistica; La Ballata, rivista d’arte e cultura; Il Leviatano, rivista di cultura e attualità; Frigidaire, mensile d’attualità; Inverso, quadrimestrale di poesia; Aeolo, rivista letteraria; Parliamone, rivista d’arte; Reti di Dedalus , rivista online del sindacato nazionale scrittori e con la rubrica “Scriptorium” del quotidiano Il Legno Storto . Dal 2010 è redattore della rivista di letteratura e cultura Segreti di Pulcinella diretta da Massimo Acciai e dal 2011 è collaboratore della rivista Kenavò diretta da Fausta Genziana Le Piane. E’ autore del blog di letteratura e cultura (www.blogletteratura.wordpress.com) dove pubblica testi critici, recensioni e analisi di opere letterarie della letteratura mondiale.

Pubblicazioni:
• “Quel profumo ignoto”, pubblicato sulla rivista online Parliamone il 13-07-2010. • “Scambio d’identità”, pubblicato sulla rivista online Parliamone il 23-07-2010 e sulla rivista Osservatorio Letterario – Ferrara e l’altrove, nn° 77/78, Novembre-Dicembre / Gennaio-Febbraio 2010/2011, pp. 75-76. • “Le campane del morto”, pubblicato sulla rivista online Parliamone il 06-08-2010 e sulla rivista La Ballata, n° 3/4, 2010, p. 35. • “La cena peruviana”, pubblicato sulla rivista online Parliamone il 11-08-2010. • “La cartolina”, pubblicato sulla rivista online Segreti di Pulcinella, n° 31, Settembre 2010. • “L’ordigno inesploso”, pubblicato sulla rivista online Segreti di Pulcinella, n° 31, Settembre 2010. • “I miei”, pubblicato sulla rivista online Reti di Dedalus, Settembre 2010. • “Le spade del conte”, pubblicato sulla rivista Il Leviatano, n° 3, Settembre-Ottobre 2010, pp. 29-31. • “La pellicola di plastica”, pubblicato sulla rivista Frigidaire, n° 229, Novembre 2010, p. 12. • “La salsa harissa”, pubblicato sulla rivista online Parliamone il 09-12-2010 e sulla rubrica “Scriptorium” del quotidiano Il Legno Storto a Dicembre 2010. • “Io sono cattivo”, pubblicato sulla rivista online Segreti di Pulcinella, n° 32, Dicembre 2010. • “Brigitta no”, pubblicato sulla rivista online Segreti di Pulcinella, n°32, Dicembre 2010. • “Di colore verde”, pubblicato sulla rubrica “Scriptorium” del quotidiano Il Legno Storto a Dicembre 2010 e sulla rivista online Parliamone il 25-12-2010. • “Mi hanno schedato”, pubblicato sulla rivista Inverso, n° 23, Dicembre 2010, pp. 50-51 e sulla rivista online Segreti di Pulcinella, n°33, Marzo 2011, pp. 72-73. • “Le stelle intermittenti, pubblicato su Aeolo – Rivista letteraria e Oltre, anno II, numero 4, pp. 91-93. • “Il tema più lungo”, pubblicato sulla rivista online Segreti di Pulcinella, n°33, Marzo 2011, pp. 74-77, sulla rubrica “Scriptorium” del quotidiano Il Legno Storto a Marzo 2011 e sulla rivista online Parliamone il 02-04-2011.





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