VITA Ali “Moshtaq” Askari
È come una montagna tanto alta che nessuno può vedere
Che sorge con il sole da lontano in mezzo al mare.
Le sue grotte, dipinte sulla roccia scolorita dal sole,
Dicono ciò che è stato e cosa ancora deve accadere
E alla città in ascolto narrano la storia
Da quella grotta scolpita, a forma di pagliaccio,
dal lavorio del vento e dalla sua memoria.
Angeli e animali e re sovrani, disegnati
Simboli morali figurati, agli occhi di una mente riflessiva,
Guardano in basso, al bambino incustodito,
Storia e distruzione inconciliate.
E lui fissa lo sguardo verso l’alto, sull’aquila che sale sempre più
Con gli occhi luccicanti e le ali bianche.
Ma dunque cosa dire dell’uomo e la sua vita?
Che è a un tempo cacciatore e preda ambita,
Che aspetta con tremito di mano e voce scossa
Che il proprio destino lo forzi ad una mossa.
Ciò di cui ride il sole, ciò che la montagna vede
È l’agio incosciente dell’aquila audace.
È la vita uguale se vinciamo o perdiamo?
La notte va e viene, così viene e va il giorno.
Colui che è conscio delle gioie del mondo
È fratello dell’uomo che il mondo distrugge.
Questo è il punto della vita e del destino.
Aspettiamo il momento buono.
Volontà nostra e nostra scelta sono un libero cammino.
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In lingua originale:
LIFE
Ali “Moshtaq” Askari
It is like a mountain, so high no one can see,
Rising with the sun out of the sea,
Its painted caves in rocks bleached by the sun
Speak of what has passed and what’s to come.
Voicing its history to the listening town
From a cave carved by the wind to look like a clown.
Angels and animals and kings, designed
As moral symbols to the receptive mind,
Look down upon the unprotected child,
Destruction and history unreconciled.
He gazes at the ascending eagle’s height:
Her eyes are glistening and her wings are white.
But oh, the life of man: what can we say?
He is at once the hunter and the prey,
Waiting with trembling hand and shaking voice
For destiny to force him to his choice.
What the sun laughs at, what the mountain sees,
Is the fearless eagle’s unconsidered ease.
Is life the same whether we win or lose?
Night goes and comes, and day, too, comes and goes.
The man who’s conscious of all worldly joys
Is brother to the man the world destroys.
This is the point of life and destiny.
We bide our time. Our will and choice are free. Traduzione a cura di Sara Andreoli. Ali “Moshtaq” Askari è un giovane poeta afghano da diversi anni in Europa come rifugiato politico. Scrive in Dari e in inglese ed è impegnato politicamente per i diritti dei rifugiati, dei richiedenti asilo e dei migranti. Proprio mentre attendevamo ulteriori sue notizie biografiche non è stato possibile contattarlo perché dal 6 luglio 2011 è sotto stato di fermo della questura di Bologna nell’ambito di una retata per contrastare la tratta degli immigrati. Si chiede supporto per la sua difesa.
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