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Sagarana MEDITERRANEO 2011: TERZO CAPO D’ACCUSA


Pina Piccolo


MEDITERRANEO 2011: TERZO CAPO D’ACCUSA



 

Per onorare i 16.000 esemplari di homo migrantis annegati nel Mediterraneo dall’inizio del secondo millennio dell’epoca comune
 
 
 
Per noi non si mossero elicotteri dalle eliche schiamazzanti
a lanciarci una fune d’argento,
né invisibili aerei senza pilota
a calarci la scala di Giacobbe
Per noi non si scomodò il Buraq
dalle grandi ali bianche e la morbida sella di velluto
Per noi non arrivarono balene dal ventre capiente
salvatrici di burattini infingardi o di profeti
poco propensi a proclamar sventure
Per noi non decollò il tappeto di Sindbad
elegante e aerodinamico a rapirci ai cavalloni
Le colombe non si unirono in stormo
formando un’aerea rete in cui impigliarci
L’ippogrifo certo non interruppe il suo viaggio
verso la luna a recuperare cervelli smarriti di cavalieri
Né gli yacht di politici abbronzati
si affannarono a raggiungerci
poco ambita preda di campagne elettorali
Per noi non ci furono né santi né jin
nessun Tritone allungò il suo tridente
Nessun Superman per noi sfidò
 i marosi arrampicandosi leggero sulla schiuma
né alcun messia si mise a camminare sulle acque
Per noi non emerse Colapesce inabissatosi nel Mare Nostrum
deluso d’amore e stanco di sentire le sragioni degli uomini
Per noi non si lanciarono a velocità folli motoscafi
né motovedette che solcano solerti quello sputo di mare
Nessuna sirena ci avvinghiò tra le morbide braccia
per portarci a un’isola felice
né alcun profeta separando col bastone le onde
creò un corridoio di salvezza
 Non ci acciuffò dai capelli l’angelo custode
né ci avvicinò il diavolo per proporci patti
Nessun delfino, amico dell’uomo, ci sorrise
portandoci in groppa al Luna Park
Nessun pescespada restò fedele al nostro fianco
mentre venivamo arpionati da Wall Street
Nessun campione olimpionico di nuoto
venne a farci il testimonial
né giornalisti a tenere conferenze stampa
Per noi non ci furono rocambolesche gesta
né squadre di salvataggio né eroici furori
Gli squali del Mar Rosso con il tam tam dell’acqua
fecero sapere ai loro cugini del Mediterraneo
che era in arrivo un succulento banchetto
E i tonni si rallegrarono che quel giorno
non ci sarebbe stata una loro matanza
 
Di noi nessun griot decanterà
né il lignaggio né la discendenza
Per il nostro corpo non ci fu la linea piatta
dell’encefalogramma a segnare
la fine della lotta, il termine della rotta
mentre silenziosa sulle onde scivolava la Mesektet
imbarcazione della notte
“dai gloriosi rivestimenti
 i suoi colori d’ametista e di smeraldo
di diaspro lapis lazuli e il lustro dell’oro”[1]
sacra al dio Ra che ci raccolse
per proseguire il viaggio


[1] Da Il Libro dei Morti, Antico Egitto




Pina Piccolo è una traduttrice ed insegnante italo-americana. Nata in California, cresciuta in Italia, ritornata negli USA e vissuta lì per 30 anni ed infine riapprodata in Italia, si considera bilingue e “multicultural” e scrive sia in inglese che in italiano. Formatasi come italianista all’Università di Berkeley, ha svolto attività di promozione culturale in entrambi i paesi organizzando iniziative politico-culturali, promuovendo la conoscenza di figure della cultura progressista in entrambi i paesi anche attraverso interviste, saggi e poesie. Negli ultimi anni ha pubblicato poesie e racconti che affrontano, tra altre cose, il tema del razzismo e della xenofobia, purtroppo di grande attualità su scala mondiale.




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