BIGLIETTO N° 2 – F.W. Pier Vittorio Tondelli
Ieri, domenica, a Chantilly mentre Severo rapito dal paesaggio autunnale, grigio, sfumato eppure così “tridimensionale” e profondo diceva: “È un puro Corot.” Lui si è chiesto perché da qualche anno ama viaggiare, mentre, quando aveva vent’anni, assolutamente no. E trova una ragione: quando era giovane non aveva la scrittura e era solito dire agli amici: “I paesaggi, le città non mi interessano perché non li posso far miei. Non li posso mangiare.”
Ora, invece, tutto lo interessa e lo riguarda perché ha la scrittura, ha uno strumento, ha gli occhi, una bocca, uno stomaco per mangiare e guardare la realtà. Le città e i paesaggi. Per tutto questo solo ora ritrova nei confronti del mondo esterno quella stessa curiosità che aveva nella fanciullezza. In questo il suo trentunesimo anno lo avvicina a quel bambino che era più di quanto sia mai accaduto nel corso della sua giovinezza.
Mentre scrive queste note, sulle prime pagine del libro di Bachmann, il sole è rispuntato a Boulogne. Tratto da Biglietti agli amici, Bompiani editrice, Milano, 2001. Pier Vittorio Tondelli (Correggio 1955 - ivi 1991). Fin dai primi racconti (Altri libertini, 1980), ha promosso una fortunata apertura linguistica e tematica della narrativa al mondo giovanile, dando voce a una cultura separata, emblematicamente rappresentata dalla musica rock, e ideologicamente segnata dai miti del sovversivismo, della tossicodipendenza e della diversità sessuale. Nei romanzi successivi (Pao Pao, 1982; Rimini, 1985; Camere separate, 1989) è passato a una gestione più misurata e consapevole del suo talento espressivo. Ha curato la pubblicazione di opere collettive di giovani autori (Under 25. Giovani blues, 1986; Belli & perversi. Under 25 secondo, 1987) e riunito saggi e note in Un weekend postmoderno (1990). Postumi sono apparsi L'abbandono. Racconti dagli anni novanta (1993) e la pièce teatrale Dinner party (1995).
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