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Sagarana CHE BELLE COMBINAZIONI LESSICALI


Un articolo sul nuovo Dizionario delle Combinazioni Lessicali, di Francesco Urzì


Carla Marello


CHE BELLE COMBINAZIONI LESSICALI



 

Prendiamo la parola “giornali”: con quali verbi la vedete più spesso combinata? Come oggetto “abonarsi”, “sfogliare”, “scorrere”, “leggere”, “pubblicare sul giornale”, “scrivere sul giornale”. In qualità di soggetto poi i giornali “escono”, “hanno una tiratura”, “riportano una notizia”, “vi accennano”, “tacciono”, “dedicano” o “riservano” spazio.
Un giornale può essere “autorevole”, “quotidiano”, “filo-governativo” o “d’opinione”. Dite la verità, vi erano venute in mente tutte queste combinazioni? Magari ne avete trovate delle altre tipo giornale “gratuito”, “sportivo”, “scolastico”, “studentesco”, “parrocchiale”, “nazionale”, “regionale” o “locale”, “on-line” anzi “in rete”, con le variante “digitale”, “elettronico”, “telematico”; giornale “radio”, “meteo”, giornale “di bordo”. Vi sono venute in mente perché avete a che fare con questi tipi di giornali, ma se aveste schedato prevalentemente testi scritti con l’intento di aiutare traduttori ed estensori di testi ufficiali a scriverne degli altri, converrete con me che le combinazioni elencate sopra sono fra le più utili, anche perché hanno corrispondenti in altre lingue europee non proprio immediate da trovare.
Francesco Urzì ha schedato 6.700 parole italiane corredate da oltre 110.000 combinazioni e ha preparato il Dizionario delle Combinazioni Lessicali (Convivium, Lussemburgo 2009). L’autore, traduttore al Parlamento europeo, nel corso di anni di lavoro ha osservato la mancanza di un’opera che partendo da un sostantivo, da un verbo o un avverbio (la “base”), consentisse di reperire la parola che con la base forma una combinazione frequente o consolidata dall’uso.
Le voci sono ordinate in maniera leggermente differente a seconda della parte del discorso a lemma. Per i nomi ad esempio c’è una sezione nome verbo seguita dalla sezione nome aggettivo, e così via fino alla sezione dedicata agli avverbi. Urzì ha cominciato a raccogliere queste combinazioni su schede a partire da testi, poi man mano che il tempo passava ha allargato le ricerche a vari corpora elettronici e alla rete.
Oggi che siamo abituati a digitare una parola nella finestra di ricerca di Google e a ottenere in pochi secondi un certo numero di contesti in cui quella parola è usata possiamo apprezzare meglio il serio lavoro di selezione fatto da Urzì e l’intelligente scelta delle parole base.
L’aumento di certi valori o dei prezzi con che aggettivi si può accompagnare? Urzì ci suggerisce che può essere “lieve”, “leggero”, “debole”, “modesto”, “discreto”, “continuo”, “costante”, “temporaneo”, “graduale”, “progressivo”, “sostenuto”, “pronunciato”, “sensibile”, “significativo”, “notevole”, “forte”, “consistente”, “netto”, “esponenziale”, “vertiginoso”, “incontrollato”, “rapido”, “repentino”, “drastico”, “preoccupante”. Si noti, fra l’altro, il climax con cui Urzì ha ordinato i suoi esempi.
A chi serve un’opera del genere? Come osserva Urzì nell’introduzione, il suo Dizionario è un complemento ai dizionari monolingue tradizionali ed è particolarmente utile per chi scrive: traduttori, giornalisti, studenti o chiunque si trovi a dover redigere un testo.
È utile anche a chi insegna per preparare esercizi che verifichino l’ampiezza del lessico attivo. Chi riesce a reintegrare correttamente la parola mancante in una combinazione verbo oggetto come “……… il divario” con colmare, un soggetto verbo come “……… la paura” con serpeggia può essere soddisfatto delle proprie letture e della propria memoria.




(Tratto dal “Corriere del Ticino”, 19 Febbraio 2010.)




Carla Marello è Professore ordinario di Didattica delle Lingue Moderne all'Università di Torino




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