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Sagarana PRIGIONIERI DELL’INCREDIBILE


Brano tratto dal romanzo Cuore di tenebra


Joseph Conrad


PRIGIONIERI DELL’INCREDIBILE



 

(…) Tutto era immenso, muto, in attesa, mentre quell’uomo continuava a parlare di sé. Ed io mi domandavo se quella quiete, sul volto dell’immensità che ci contemplava, fosse una supplica o una minaccia. E noi che eravamo andati a perderci laggiù, che cosa eravamo? Eravamo in grado di dominare quella cosa muta, o piuttosto sarebbe stata lei a dominarci? Sentivo la grandezza, la smisurata grandezza di quella cosa che non poteva parlare, e forse nemmeno sentire. Che cosa c’era là dentro? Vedevo uscirne un po’ d’avorio, e avevo sentito dire che lì dentro c’era il signor Kurtz. Dio sa che l’avevo sentito dire fin troppe volte! Eppure non riuscivo a immaginarmelo, non più che se mi avessero detto che lì dentro c’era un angelo o un demonio. Ci credevo come qualcuno di voi potrebbe credere che il pianeta Marte è abitato. Una volta conobbi un marinaio scozzese che era sicuro, anzi sicurissimo, che su Marte ci fossero degli uomini. Se gli si chiedeva che aspetto avessero o come si comportassero, diventava elusivo e mormorava qualcosa tipo “camminano a quattro zampe”. Ma se si osava anche solo sorridere, vi proponeva subito, benché fosse un uomo sessant’anni, di fare a pugni. Io non sarei arrivato al punto di fare a pugni per Kurtz, ma per lui sono stato sul punto di mentire. Voi sapete che io odio, detesto, non tollero la menzogna; non perché io sia più retto degli altri, ma solo perché mi sgomenta. Nella menzogna c’è un odore di morte, di corruzione della carne, che mi ricorda ciò che mi fa più orrore al mondo e che cerco di dimenticare. Mi fa star male, mi dà la nausea come se avessi in bocca qualcosa di marcio. Questione di temperamento, credo. Ebbene, ci andai molto vicino, lasciando credere a quel giovane imbecille quel che più gli piaceva riguardo alla mia influenza in Europa. In un attimo divenni anch’io parte della finzione, come il resto di quei pellegrini stregati. Lo feci semplicemente perché avevo la vaga sensazione che in questo modo sarei stato d’aiuto a quel Kurtz, che nemmeno riuscivo a figurarmi – capite. Era solo un nome per me. Non vedevo l’uomo dietro a quel nome, non più di quanto lo vediate voi. Voi lo vedete? E la storia la vedete? Vedete qualcosa? È come se stessi cercando di raccontarvi un sogno, sforzo vano, perché non c’è racconto di un sogno che possa rendere la sensazione del sogno: quel miscuglio di assurdità, di sorpresa e di confusione nello spasimo di un’affannata ribellione, quella sensazione di essere prigionieri dell’incredibile che è l’essenza stessa del sogno…




Tratto dal romanzo Cuore di tenebra. Rusconi libri, Santarcangelo di Romagna, 2005. Traduzione di Silvia Fiorini.




Joseph Conrad
Joseph Conrad (Teodor Jósef Konrad Naleçz Korzeniowski) (1857 – 1924), nato in Russia in un territorio già appartenente alla Polonia, a Berdicev, e immigrato in Inghilterra nel 1878, è poi diventato, nella sua terza lingua (dopo il polacco e il francese), uno dei più grandi scrittori inglesi.




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