Né LA ROSA, Né IL GAROFANO... Un testo di Amado fino ad oggi inedito in Italia Jorge Amado
Le frasi perdono il loro significato, le parole perdono il loro significato abituale, Come si può parlare degli alberi e dei fiori, dei tuoi occhi e del mare, delle canoe e dei porti, delle farfalle sugli alberi, quando i bambini vengono assassinati freddamente dai nazisti? Come si può parlare della bellezza dei campi e delle città, quando le bestie sciolte nel mondo distruggono ancora i campi e le città?
Già ti è capitato di vedere una spiga di grano che ondeggia al vento? Fa parte delle cose più belle del mondo, ma gli hitleriani e i loro cani dannati hanno distrutto le spighe di grano e i popoli muoiono di fame. Come parlare, allora, della bellezza, di questa bellezza semplice e pura della farina e del pane, dell'acqua della fonte, del cielo azzurro, del tuo viso nel pomeriggio? Non posso parlare di queste cose di tutti i giorni, di queste allegrie di tutti gli istanti. Perchè tutte queste cose sono in pericolo, le spighe e il pane, la farina e l'acqua, il cielo, il mare e il tuo viso. Contro tutto ciò che è la bellezza quotidiana dell'essere umano, si è sollevato il nazifascismo, mostro medievale di turpe visione, di avido appetito assassino. Che parlino altri, se vogliono, degli alberi nei pomeriggi in campagna, delle rose dai vari colori, dei fiori semplici e dei versi più belli e più tristi. Che parlino altri con grandi parole di amore per l'amata, che parlino altri dei crepuscoli e delle notti di stelle.
Io non ho parole, non ho frasi, vedo gli alberi, gli uccelli e il pomeriggio, vedo i tuoi occhi, vedo il crepuscolo che circonda la città, Ma su tutti questi quadri galleggiano cadaveri di bambini uccisi dai nazisti, al canto degli uccelli si mescolano le grida dei vecchi torturati nei campi di concentramento, nei crepuscoli si fondono albe di ostaggi fucilati. E quando il paesaggio ricorda il campo, io vedo spighe di grano distrutte al passo delle bestie hitleriane, le spighe che alimentavano prima le popolazioni libere. Su tutta la bellezza si ferma ora l'ombra della schiavitù. È come una nuvola inaspettata in un cielo azzurro e limpido. Allora, come incontrare parole innocenti, dolci parole carezzevoli, versi soavi e tristi? Ho perso il significato di queste parole, di queste frasi, risuonano in me come un tradimento in questo momento.
Ma so tutte le parole di odio, di odio più profondo e più mortale. Ammazzano bambini e questa è la loro maniera di giocare il più innocente dei giochi. Disonorano la bellezza delle donne in letti immondi e questa è la loro maniera più romantica di amare. Torturano gli uomini nei campi di concentramento e questa è la loro maniera più semplice di costruire il mondo. Hanno invaso le patrie, schiavizzato i popoli e questo è l'ideale che portano nel loro cuore di fango. Come si può rimanere con gli occhi chiusi davanti a questo e parlare con le parole di sempre, con le frasi di ieri, del paesaggio e gli uccelli, del pomeriggio e i tuoi occhi? È impossibile perché i mostri sono nel mondo, liberi e voraci, con la bocca piena di sangue, gli occhi gialli, con la loro ambizione di schiavizzare. I mostri scuri, i mostri neri, i mostri verdi. Ma io so tutte le parole di odio e queste, si, hanno un significato in questo momento. Un giorno io ho parlato di amore e ho incontrato il più dolce dei vocaboli, le frasi più lavorate. Oggi solamente l' odio può far sì che l'amore perduri sul mondo.
Solo l'odio al fascismo, ma un odio mortale, un odio senza perdono, un odio che venga dal cuore e che ci possieda, che diventi padrone di tutte le nostre parole, che ci impedisca di vedere qualsiasi spettacolo – dal crepuscolo agli occhi dell'amata – senza l'odio, perchè solo così vedremo il pericolo che circonda queste bellezze.
I pomeriggi non sarebbero dolci e le albe non sarebbero di speranza. I libri non direbbero cose belle, non verrebbe scritto mai più un verso di amore. Su tutta la bellezza del mondo, sulla farina e il pane, sulla pura acqua di fonte e sul mare, sui tuoi occhi anche, si abbatterebbe il disonore che è il nazifascismo, se loro riuscissero a dominare il mondo. Non resterebbe nessun pezzetto di bellezza, nemmeno una minima parte. Domani saprò di nuovo parole dolci e frasi carezzevoli. Oggi so solo parole di odio, parole di morte. Non incontrerai né un garofano, né una rosa, un fiore, nella mia letteratura. Ma incontrerai un pugnale o un fucile, incontrerai un'arma contro i nemici della bellezza, contro coloro che amano le tenebre e la disgrazia, il fango e le fogne, contro questi resti putrefatti che sognarono di schiacciare la poesia, l'amore e la libertà!
(Il testo fu pubblicato nel giornale “Folha da Manhã”, edizione del 22/4/1945, e fa parte del libro “Figuras do Brasil: 80 autores in 80 anos di Folha”, PubliFolha, São Paulo, 2001, pag. 79, organizzazione di Arthur Nestrovski. Traduzione dal portoghese di Antonella Rita Roscilli.) Jorge Amado
|