BOLLETTINO STRADALE Fabio Pusterla
Il desolante inverno sbraita fuori
e non tintinna
di slitte e renne, ma lupo famelico
fruga poltiglie di foglie cartacce
cartocci di bucce d’arancia; si andrà (cupi)
raschiando nella fanghiglia la gola, sputacchiando
(attaccati al freddo, da lui
sostenuti) su crinali
di bestemmianti montagne:
Corno di Gries! Pizzo di Claro!
(o ancora: Pontresina! Diavolezza! Piz Lagalb!)
Il desolante inverno ulula fuori
o anche dentro
che è un buio quasi pesante,
e posa ghiaccioli inattesi
su cornicioni e barbe (e inquietanti
formule sui vetri) e rugginosi
automezzi (trax, containers, TIR in ringhiante
parcheggio, la berlina del Führer recentemente
vista su foto in periodico nell’altra attesa,
dal dentista, l’automobile da corsa coi serpenti
sul cofano, argentei).
Sulle murate del castello, mettiamo,
l’intabarrato appare, getta
uno sguardo di sotto, accenna
un passo di danza, dei preliminari, corre
sul posto. Batte le mani e rientra.
Il desolante inverno abbaia sempre
demente cagna: uno lo sente
se tornando, sgombra la strada,
dritta, l’ora non tarda, con una mano sul
volante voltandosi, preso da raptus,
giunto all’apposita piazzola accosta, piscia
dal monte delle Ceneri nel vuoto (in faccia
l’altra sponda del nulla) e riandando,
soddisfatto il bisogno, allacciandosi, all’auto, come
per infantile curiosità, restando un attimo sul ciglio
a contare gli altri che sfrecciano, sentendo
tra i rombi l’afflosciarsi delle spalle, gli occhi
in progressiva torbida dilatazione, ricordando
il mattino, la partenza (e “non sei neanche
più capace di fare un abbraccio”) e ancora
pensando di dover scendere l’altro versante,
scegliere tra sinistra e destra all’ultimo
bivio, incanalarsi quindi in autostrada, per
perdersi poi intorpidito nella sigaretta, nel rito
del sole calante… Nato a Mendrisio nel 1957, Fabio Pusterla si laurea a Pavia con Maria Corti. Assieme alla moglie Claudia, si dedica a studi di linguistica e tradizione locale. Per un decennio anima la rivista letteraria «Idra». La prima raccolta di poesie, Concessione all’inverno, esce da Casagrande, a Bellinzona, nel 1985. Raccoglie il plauso immediato di critici e poeti. La sua poesia selvatica, luminosa, molto comprensibile, conquista il pubblico. Una poesia che combina tempeste e spiragli. Nature sublimi e catrame. Cose infinitesime e gigantesche paure. Barchine sul lago in burrasca. Lampi lirici. Ma anche tuoni politici. Moniti, carezze, visioni. Da allora, ogni cinque anni una nuova raccolta. Si succedono così Bocksten, Le cose senza storia, Pietra sangue, Folla sommersa. Molto significativa, certamente feconda, la sua amicizia con Philippe Jaccottet, celebre poeta francese di cui traduce varie opere: Il barbagianni e l’ignorante; Alla luce d’inverno; E, tuttavia. Fabio Pusterla vive ad Albogasio, sulla frontiera fra Italia e Svizzera.
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