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Sagarana INTERSEZIONE


Philip Lamantia


 

1
Non più a perlustrare isole colme di manghi
non più colombe che spiccano il volo dalle mie dita
 
non più la prima onda
                        iridescente
 
sulla pietra bianca
            che lancia
luce alla scogliera nera
 
Non più il fascio di stelle a rasoio
            sulla faccia del giorno
tornato dalla notte
            non più
sonno nautico che mi fa galleggiare sul sanguinante richiamo di colombe
che soccombono al miasma, la vista del delitto avvolge il giorno
sotto sembianze di amore
 
2
 
Uno sguardo antico mi segue per la città:
sguardo di lama e di venti autunnali
uno sguardo che tradisce la sua provenienza dalla pozza
                                               ai miei piedi
i pesci rastrellano l’acqua e la trasformano in fuoco
 
È inutile chiedere chi ci sia dietro a questi occhi
nella neve incastonati come stelle
o dare nome alle creature che vengono alla luce
            dall’esplosione dell’iride
Una cena di ferro e mercurio
apparecchiata su una tavola di acqua verde
e divorata da cucchiai, forchette e coltelli!
 
Seguo le luci di un ponte dondolante
e quel vecchio sguardo emerge dalla baia
            allo scoppiettar dell’alba
Notte che non arriva, trattenuta
dagli aghi e dagli spilli dal sole versati
uno sguardo antico di vincoli sciolti,
di agnelli alla volontà degli innocenti sacrificati –
 
Questo sguardo sul ponte inattraversabile –
un occhio si chiude sulla ruvida superficie –
Se avesse potere esigerei espiazione
Se parlasse gli risponderei
Se avesse corpo ci farei a botte!
 
3
Penso allora
una catena di parole
infranta dalla caduta di un pugno di parole
Penso degli imbuti verdi di luce
che setacciano acque bianche
che s’innalzano in un volo blu
tagliando un petto di miele per liberare l’aria
 
Ecco
toglimi il respiro
da tutte le città non viste
dai piaceri fugaci mai notati
dalla camera senza porte che stento a lasciare
scambia il mio respiro per il tuo
 
In una camera segreta sogno
            l’occhio del padre che si chiude
            l’occhio della madre che si chiude
l’occhio della figlia
                                                           aperto
 
Guardano verso il sole invernale
che dorata scogliera verso le nuvole solleva
 
Penso una qualche droga impossibile
portata in volo da una mano non una mano
                        ma una lingua
non una lingua
                        ma una frusta
            non una frusta ma una tazza!
            Penso
            di passare per una strada
troppo lunga alla vista
ma non stretta quanto basta a sfuggire all’occhio
 
la mia casa tra i giunti del selciato!
 
18 esseri e L’Altro
si abbinano per costruire una dimora a Dio
e la luce della quale non esistono parti
disintegra i messaggeri dell’inferno
che gridano fesserie in faccia alla luce.
 
Nell’uomo esiste in segreto Quello che
farà innalzare le acque
fino a sommergere tutto
e scatenerà un gran Vento
per sfruttare le acque
ed Egli, o Quello che, è pieno di luce che da lui si diffonde

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In lingua originale:
 
 
INTERSECTION
 
Philip Lamantia
 
 
1
 
No longer scouring mangoed islands
no longer doves flown from my fingers
no longer the first wave
                        rainbowed
over the white stone
                        flinging
light to the black reef
 
No longer the razor from a sheaf of stars
                        over the face of day
come back from night
                                   no longer
nautical sleep to float me by the blood cry of doves
on miasma, the sight of crime envelopes day
under cover of love
 
2
 
An old look follows me through the town:
a look of daggers and autumn winds
a look that betrays where it came from in the pool
                        at my feet
fish comb water and change it into fire
 
It’s useless to ask who’s behind these eyes
set like stars in snow
or name the creatures coming alive
            out of the exploding iris
A supper of iron and mercury
is spread out on a table of green water
and the knives, forks and spoons devour it!
 
I follow the light of a swayed bridge
and that old look’s thrown up from the bay
                        at the sputter of dawn
Night does not come, held back
by pins and needles spilt from the sun
-          an old look of ties undone,
of lambs martyred by the will of the innocent—
 
This look on the uncrossable bridge –
an eye closes on a rough surface –
if  it had power I’d demand atonement
if it spoke I’d speak back
if  it were a body I’d wrestle with it!
 
3
 
I’m thinking then
a chain of words
breaking at the fistfall of words
I’m thinking green funnel of light
sifting white water
flown in blue
that cut a breast of honey to free the air
 
Here
take my breath
out of all cities I haven’t seen
from quick pleasures I haven’t noticed
from a room without doors I wouldn’t want to leave
Take my breath for your breath
 
In a secret room I dream
            the eye of the father closing
            the eye of the mother closing
the eye of the daughter
                                                           opened
 
they look into the winter sun
that lifted a golden reef into the clouds
 
I’m thinking some impossible drug
flown by a hand not a hand
            but a tongue
not a tongue
            but a whip
not a whip but a cup!
I’m thinking
going down the street
too long to be seen
not wide enough to be missed
 
my house in the cracks of the pavement!
 
18 beings and The Other
combine to make a residence for God
and the light of which there are no parts
disintegrates hell messengers
screaming bullshit in the face of the light.
 
In man there exists secretly The One
who shall raise the water
to cover everything
and raise the great Wind
to harness the water
and he, who is the one, is full of light going out of him




(Dalla raccolta Tau, pubblicata postumamente, a cura di Garrett Caples, City Lights Books, 2008. Traduzione a cura di Pina Piccolo)




Philip Lamantia
Nato a San Francisco da genitori italiani, il poeta statunitense Philip Lamantia (1927-2005) è noto per le poesie oniriche in cui l’accostamento del subconscio alle esperienze della vita quotidiana genera versi grondanti di estasi, terrore ed erotismo. Fu il primo poeta statunitense a far parte del movimento surrealista quando a 15 anni alcune delle sue poesie vennero pubblicate su riviste del movimento surrealista in Europa. Più tardi la sua poetica d’avanguardia fu legata quella dei poeti della Beat Generation. Invitato a recitare le sue poesie alla Six Gallery la stessa mitica sera del 7 ottobre, 1955 in cui Allen Ginsburg lesse per la prima volta Howl, Lamantia preferì leggere le poesie di un su amico poeta, John Hoffman, scomparso iin circostanze misteriose alcuni anni prima in Messico. Alcune delle poesie di Lamantia presentate in traduzione in Sagarana appartengono a un ciclo poetico rifiutato dall’autore stesso in seguito alla conversione al cattolicesimo. City Lights le ha riproposte in un unico volume a cura del poeta Garrett Caples, pubblicandole postume nel 2008 con il titolo Tau, insieme all’inedita raccolta Journey to the End, di John Hoffman. Di Lamantia, la moglie Nancy Peters, editor e co-proprietaria di City Lights dice: “Trovò nel mondo narcotico della notte una specie di controparte moderna al castello gotico – una zona pericolosa che va attraversata a livello esistenziale o simbolico.”




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